Gli esseri umani vivono aggrappati ciascuno alla propria conoscenza e alla propria rappresentazione del mondo e questo chiamano "realtà"... però i concetti stessi di "conoscenza" e "rappresentazione" sono quanto mai labili e ambigui... nessuno può essere sicuro che ciò che chiama realtà non sia solo una illusione. In fondo, non è forse vero che le persone vivono immerse nel torpore dei propri preconcetti?

mercoledì 9 maggio 2012

La griglia planetaria: il pianeta che vive



La Griglia di Cathie
La storia scientifica moderna della Griglia Globale ha inizio con il lavoro di un ricercatore chiamato Bruce Cathie. Sebbene non sia comunemente conosciuto nei circoli ufologici, il suo lavoro è di fondamentale importanza. Cathie scrive di idee matematiche molto complicate come se fossero semplici come equazioni da liceali, insistendo poi umilmente a dire di “non essere uno scienziato o un matematico”.
In tutta questa complessità, il suo lavoro è estremamente brillante, ma lascia tutti, tranne i lettori più meticolosi, nella polvere. Così, in questo capitolo vedremo come quest’uomo e le sue teorie si accordino perfettamente con la nostra discussione generale, che riguarda il Grande Ciclo e come esso si relazioni con le dimensioni e con le unità di coscienza per come le conosciamo noi.
Cathie è cresciuto in Nuova Zelanda, vicino all’Australia. Egli lavorava per i militari quando ha avuto il primo di una serie di avvistamenti UFO. Per ovvie ragioni, è rimasto molto interessato al fatto di poter vedere questi vascelli tanto chiaramente, e voleva saperne di più. Trovandosi su una grande nave in mare, egli era in grado di vedere piuttosto chiaramente a grandi distanze intorno a lui, e col trascorrere del tempo ha incominciato a notare un’apparente regolarità nel percorso di volo degli UFO.
Questa regolarità lo affascinò, così Cathie decise di accumulare tutte le informazioni che avrebbe potuto scoprire. Egli investigò attentamente diversi avvistamenti e cercò di farsi un’idea di quale via stessero percorrendo gli UFO. Nel tempo, comprese che c’era effettivamente uno schema; pareva che gli UFO seguissero certi percorsi rettilinei specifici che erano sempre gli stessi.
La ricerca di questi dati lo indirizzò poi al lavoro del ricercatore francese Aime Michel, che stava studiando gli UFO da tanti anni e che aveva determinato alcuni dei percorsi di volo standard che essi seguivano in varie parti d’Europa. Gli avvistamenti UFO lungo queste “linee di percorrenza” avvenivano più e più volte, e Michel determinò che la distanza media tra queste linee era di 54,46km. Convertendo questa misura in miglia nautiche, Cathie scoprì con sua grande sorpresa che le linee di percorrenza erano distanti esattamente 30 miglia nautiche. Di nuovo, 30 è un numero “armonico” o di frequenza fondamentale.
Se questo fatto non dovesse sembrare importante, o apparisse come nient’altro che una coincidenza, è importante ricordare che un “miglio nautico” è esattamente un minuto d’arco della superficie Terrestre.
Sessanta minuti d’arco, o sessanta miglia nautiche, equivalgono quindi ad un grado d’arco, e come tutti sanno ci sono un totale di 360° in ogni corpo circolare o sferico. Dato che la Terra stessa potrebbe aver avuto un tempo un anno di 360 giorni, e che il team di Hoagland ha dimostrato che questo stesso sistema di misurazione in gradi è stato usato anche su Marte, si può tranquillamente desumere almeno l’ubiquità dell’uso dei 360° per un cerchio. Sappiamo che 360 è uno dei più fondamentali “numeri di frequenza” nell’Universo, e la sua origine potrebbe essere stata il risultato diretto delle osservazioni che si possono fare intorno alla sua naturale esistenza sulla Griglia d’Energia Globale.


Questo lavoro dimostra indiscutibilmente che gli Antichi usavano un sistema di 360° quando costruivano i loro monumenti sulla Terra. Il team di Hoagland ha scoperto che la distanza tra la “Faccia” e la “Piramide D&M” ammonta precisamente a 1/360imo del diametro polare di Marte. Questa scoperta ha portato a molte altre sorprendenti scoperte che sarebbero emerse solamente in un sistema basato sui 360°.
Nel caso delle scoperte di Cathie, troviamo che le linee di forza magnetica che compongono la Griglia Globale sono sempre distanti 30 minuti d’arco. Basandoci su questo, possiamo immaginare che non sia semplicemente un sistema di mappe che gli UFO utilizzano per viaggiare, ma piuttosto un sistema visibile di linee d’energia.
Se questo è vero, l’adattamento dei 360° su sfera planetaria può essere semplicemente dedotta osservando l’organizzazione di queste linee di forza. Questo potrebbe anche aiutare a spiegare meglio perché abbiamo visto questo numero anche in così tanti altri luoghi. Così, dalle scoperte di Cathie, sappiamo che ogni mezzo grado di arco della Superficie Terrestre era una potenziale linea di percorrenza per gli UFO, per un totale di 720 linee di latitudine e 720 linee di longitudine. Dice Cathie:
“Ho scoperto che usando unità di 30 minuti d’arco latitudine nord-sud, e 30 minuti d’arco longitudine est-ovest, sulla mia Mappa di Mercator, si formava uno schema a griglia in cui si potevano concentrare un gran numero di avvistamenti UFO. Alla fine avevo una mappa con sedici UFO stazionari e diciassette in movimento concentrati sulle intersezioni e sulle linee di percorrenza della griglia.
Ritenendomi soddisfatto per il fatto che il mio ragionamento e il mio schema non fossero fasulli, ho considerato che avevo una buona prova che la Nuova Zelanda, forse altre nazioni, e probabilmente il mondo intero, erano coperti in modo sistematico da un qualche tipo di sistema a griglia”.
Così, quando si guarda alla storia e all’origine del lavoro di Cathie, si vede invariabilmente una mappa della Nuova Zelanda con sopra una serie di linee rette.
Questo può sembrare un ostacolo insormontabile per gli Americani, semplicemente perché non ne è stata fatta una mappa sullo Stato di New York, per esempio. Ad ogni modo, quello che Cathie stava osservando è un sistema pratico e preciso, reso ancora più interessante dalla sua identica connessione con il lavoro di Aime Michel, il ricercatore UFO francese che ha scoperto “linee di percorrenza” anche in Europa.
Il successivo e importante argomento di interesse nel lavoro di Cathie era un oggetto che è stato fotografato chiaramente sul fondo del mare, ad una profondità di 2.500 fathoM, o 13.500 piedi, dalla nave di esplorazione nautica Eltanin. L’oggetto era collocato in un’area a 1.000 miglia ad ovest di Capo Horn. Quello che questa nave ha fotografato sembra una grande staffa metallica che esce diritta dal fondale marino, con una spirale ascendente di piccole barre che fuoriescono ad angoli retti rispetto a quella originale. Si potrebbe pensarla come una serie di croci che salgono verso l’alto con un moto a spirale. [Vedere l’immagine seguente.]
L’intera forma ha un design geometrico artificiale molto palese; la distanza tra ogni gruppo di barre è la stessa, e la larghezza di ogni gruppo è la stessa. Le sette barre suggeriscono fortemente una relazione con le armoniche basate sull’Ottava, con le barre più piccole sulla cima a conferma di questa idea. Inoltre, ogni barra termina con una piccola sfera, come se fosse stata levigata intenzionalmente con quella forma. Gli ufficiali della Eltanin cercarono di insinuare che non era niente più di un organismo marino, ma quando Cathie mise pressione su uno di loro su quell’argomento, egli ammise che sembrava essere un artefatto genuino. Ovviamente, nessuno desiderava che questo fatto diventasse pubblico, perché finiva per essere una frivolezza lunatica come gli UFO e le piramidi. Ma Cathie era determinato a non lasciare che questa cosa scivolasse nel dimenticatoio; invece, egli lo vedeva come un oggetto di grande importanza. Sarebbe diventato in seguito una parte cruciale delle prove per scoprire la mappa della Griglia Globale.
Ovviamente, all’epoca di Cathie non c’era nessun sottomarino che sarebbe potuto andare sul fondo dell’oceano, sotto il punto in cui la zolla continentale si inabissa.
L’oggetto era ovviamente modellato da una qualche forma di intelligenza, e Cathie stesso aveva visto e sentito rapporti su UFO che volavano tuffandosi direttamente nell’acqua. Egli avvistò anche un UFO che aveva sparato un “oggetto” incandescente simile a un bastone nell’oceano. Quest’oggetto nel suo percorso discendente non scorreva in avanti in modo arcuato come ci si aspetterebbe, ma piuttosto seguiva un percorso perfettamente rettilineo, violando in apparenza le leggi naturali dell’accelerazione che dovrebbero influenzare un corpo in caduta libera quando questi possiede una velocità iniziale nel momento in cui viene lanciato. Questo portò Cathie a credere che l’UFO mirasse esattamente a far atterrare l’oggetto in un punto preciso del fondale marino, e che l’oggetto potesse essere proprio lo stesso che aveva visto in
fotografia. Quindi, concluse che la fotografia della Eltanin mostrasse un oggetto con tutti i segni distintivi di un progetto intelligente, in una forma o nell’altra, e molto probabilmente non appartenente al genere umano.
La cosa successiva che catturò l’attenzione di Cathie fu che l’oggetto stesso appariva modellato a forma di antenna, come se un’energia di qualche sorta vi passasse attraverso. Questo fatto fu ulteriormente sostenuto dall’idea che la direzione di ognuna delle barre potesse corrispondere a una direzione di energia; ogni barra sembrava essere sfalsata approssimativamente di 20° rispetto a quella sotto. Così, Cathie
ripensò a tutto questo, e comprese che ci doveva essere un qualche tipo di relazione con gli UFO che stava osservando, i quali sembravano viaggiare senza sforzo nel mare così come nell’aria. Ma quale poteva essere?
La risposta arrivò quando comprese che quest’oggetto poteva essere proprio l’antenna o un focalizzatore per la stessa formazione di energia globale di cui egli stava iniziando proprio in quel momento a tracciare una mappa tramite i percorsi di volo degli UFO. Egli fu in grado di ottenere le coordinate su cui si trovava la Eltanin quando fece la fotografia, e così fu in grado di dedurre la posizione esatta dell’oggetto, che cominciò quindi a chiamare “aerial”.
Il lavoro di Cathie, mentre avanza, diventa sempre più interessante. Da questo “aerial”, insieme alle altre coordinate che aveva sviluppato, fu in grado di ricavare un semplice modello di dimensione planetaria per la forma delle linee di energia su cui viaggiavano gli UFO. Con un vero colpo di genio, egli prese la palla giocattolo di suo figlio e disegnò questa forma con un pennarello; un’immagine di questa palla è stampata sul retro del suo primo libro intitolato “Harmonic 33”. La palla illustra una serie di cerchi che circondano il pianeta e questi cerchi si intersecano in certi punti ben determinati.
Forse a questo punto non dovrebbe sorprenderci il fatto che questi punti creino un cubo e un ottaedro all’interno di una sfera, dove i loro punti vengono definiti dalle intersezioni di una serie di cerchi perfetti. Il Punto A rappresenta il vero polo nord magnetico, laddove il punto B rappresenta invece il più ideale “Polo della Griglia”.
Ancora una volta stiamo osservando due delle forme geometriche delle nostre “unità di coscienza” che si manifestano sulla Terra, solamente rilevando i percorsi di volo degli UFO e un oggetto chiaramente artificiale posizionato sul fondo del mare. Da quel momento, Cathie ha prodotto parecchi libri, e il grado di precisione che la sua griglia possiede riguardo a cose come l’ubicazione degli impianti di energia nucleare, degli avvistamenti UFO, siti antichi e altri fenomeni paranormali è estremamente significativo. Di questo si parla in maggior dettaglio nei libri di Cathie, come ad esempio “La Griglia Energetica”.
Nei primi passi del suo lavoro, Cathie credeva che questa griglia di energia fosse essenzialmente creata e sostenuta dagli stessi “aerials” (in seguito avrebbe rinunciato a questo argomento). A quel tempo credeva che l’intera Griglia Globale fosse costruita dagli extraterrestri, e che fosse in qualche modo responsabile del bilanciamento dell’energia sul Pianeta Terra. Teorizzava che gli extraterrestri se ne andassero freneticamente in giro e riparassero la loro griglia ovunque ne avessero la possibilità, cercando disperatamente di bilanciare i nostri disturbi elettromagnetici e magnetici da cose come i test nucleari sotterranei. Cathie credeva che l’energia che creavamo in questi casi potesse ridurre la Terra in pezzi se non ci veniva fornita un’assistenza esterna. Così, Cathie credeva, quello che ci veniva fornito dai visitatori era un servizio di grandissimo valore. E, anche se possiamo vedere che non sono loro ad aver costruito la Griglia, questi “aerials” potrebbero certamente rappresentare i loro sforzi tecnologici per bilanciarla.
Col passare del tempo, spostandoci un po’ avanti nel tempo, Cathie iniziò a fare alcuni seri collegamenti tra questa griglia e l’energia che essa produce. Senza dubbio, il suo più grande contributo alla tecnologia futura della civiltà umana è la “decifrazione” del codice che sta dietro la Teoria del Campo Unificato della Fisica. Questa teoria, come abbiamo detto in passato, unisce fra le altre cose gravità ed elettromagnetismo, dandoci l’opportunità di creare gravità con l’elettricità, e di produrre sistemi di propulsione simili a quelli trovati negli UFO.
L’equazione della relatività dello stesso Einstein arriva molto vicina a questo Campo Unificato. Quasi tutti sanno che l’equazione si legge così: Energia uguale Massa per la Velocità della Luce (C) al quadrato, ovvero E=MC2. Quello che Einstein sperava di fare era di risolvere questa equazione solamente per la Velocità della Luce. Credeva che alla fine il valore della massa potesse essere sostituito con una misurazione della
luce. Se si otteneva questo, allora tutta la Creazione poteva essere pensata come composta di Pura Luce: con massa ed energia come funzioni esclusivamente della Luce. Questo è il vero “campo unificato” che Einstein stava cercando. Per quanto sorprendente possa sembrare, Cathie risolse questo problema. Nella Griglia, scoprì un’espressione della Massa che era espressa in termini di Velocità della Luce. (Alla fine di questo capitolo, stamperemo la sua soluzione. Nelle sue pubblicazioni si possono trovare ulteriori informazioni). Tuttavia, anche se Cathie ha “decodificato il codice” della Teoria Del Campo Unificato, quello che in realtà è più importante e interessante per noi sono le scoperte che ha fatto lungo il cammino.
Mentre Cathie si avvicinava alla soluzione dell’enigma, egli portò alla luce molte fondamentali scoperte che cambiano per sempre la nostra comprensione della “fisica vibrazionale simpatetica” e dei numeri precisi coinvolti nello studio di queste vibrazioni universali che determinano il comportamento della “energia del punto zero” o etere.
La Velocità della Luce per come la conosciamo noi si misura in secondi. Una delle scoperte iniziali di Cathie prevedeva di arrivare ad un modo differente di misurare il tempo, allo scopo di eguagliarlo con più precisione alle armoniche della stessa Griglia Terrestre. Al momento, il nostro sistema di secondi funziona piuttosto bene per noi, contando con un sistema a base 60. Abbiamo un giorno di 24 ore. Cathie scoprì che le armoniche della matematica per la Griglia diventano molto più semplici se si ha un giorno di 27 “ore-griglia” invece delle nostre solite 24. Questo si ottiene semplicemente usando un fattore 9 anziché 8: in altre parole, per ogni 8 ore nel nostro sistema attuale, ci sono 9 ore nel sistema “armonico”. Dal momento che questo è un aggiustamento molto semplice, è certamente possibile che questo sia un aspetto naturale dell’Universo: in altre parole, il sistema a base 8 ed il sistema a base 9 mostreranno diversi tipi di armoniche. Otto è la base di Ottava, il nove è la base della scala musicale Diatonica.
Così, per arrivare a questo nuovo valore, tutto quello che si deve fare è aumentare il numero di ore al giorno. Si lascerebbe lo stesso valore di 60 minuti per ogni ora, e di 60 secondi al minuto. Ovviamente, questo cambierebbe la dimensione delle ore e dei minuti, rendendoli più brevi, dal momento che adesso si devono comprimere 27 ore in un normale giorno di 24 ore. Così, se cerchiamo il numero di “secondi-griglia” in un “giorno-griglia”, otteniamo 97.200 secondi-griglia. (27h x 60m 60s).
Se qualche lettore decidesse di incominciare a dividere 97.200 per i “numeri armonici” fondamentali come ad esempio il 9, accadranno cose interessanti. 97.200 diviso 9 fa 10.800, armonico di 1.080, che è il numero Gematriano fondamentale della Luna. (666 è il numero del Sole, 1080 della Luna e 1.746 il “numero di fusione” fra i due. 666 è il numero che si ottiene se si conta da 1 a 36 e si sommano tutti i numeri insieme, e 36 è anche, come abbiamo mostrato, un numero armonico chiave nella scala musicale Diatonica). 1.080, il numero della Luna, è anche e esattamente la metà del diametro della Luna in miglia regolari inglesi, e questo è un punto molto importante. Il diametro di 2.160 miglia della Luna è quantitativamente identico ad un’era dello Zodiaco, che è di 2.160 anni. Nei prossimi capitoli, discuteremo del fatto che 12 di queste “ere”, sommate, danno 25.920, lo stesso numero del nostro Grande Ciclo Solare e del ciclo a lungo termine dell’oscillazione della Terra, conosciuta come “precessione”. Quindi questo è il nostro primo “suggerimento” che le antiche misure del pollice, del piede e del miglio possono essere direttamente connesse con questo sistema armonico universale.
Se dividiamo ancora 97.200 per 9, otteniamo 1.200, un altro numero fondamentale in quanto armonico di 12. Chiunque desideri “giocare” con questo e ne sappia un po’ sui numeri armonici verrà rapidamente soddisfatto. Si può provare una serie di divisioni per 6, per 5 e per 3 per vedere dei risultati interessanti: numeri che si ripetono e altri valori “armonici”. Possiamo definitivamente capire perché Cathie preferisse il numero a base 9 di 97.200 come ideale armonico per il numero di “secondi-griglia” in un giorno Terrestre: un numero assoluto per la distanza percorsa dalla Terra in un tempo armonico. Sebbene questo non corrisponda con la nostra attuale misurazione del tempo radicata nel numero 8, sembra essere il modo migliore per rettificare l’orbita della Terra con il sistema armonico. Mostreremo, mentre procediamo, che i 97.200 “secondi-griglia” sono un numero molto importante per mappare le frequenze di pulsazione di una CU.
Inoltre, le armoniche del numero di Cathie per la griglia in secondi della Terra, il nostro 97.200, si riduce anche a 972. Questo è un altro multiplo di 36, mostrandoci ancora la sua natura armonica come una frequenza musicale, fondamentalmente connessa alla scala Diatonica. 972 diviso 36 fa 27, il numero di ore in un giorno-Griglia.
Così, possiamo chiaramente vedere come emergano delle armonie planetarie, espresse con eleganti numeri armonici per le loro orbite. Richard Hoagland ha rivelato in una conferenza del MUFON nel 1997 che l’orbita di Marte nel passato è stata lunga esattamente 666 giorni marziani, grazie alle interazioni gravitazionali variabili del pianeta con le sue due lune, sicché questo è ancora un altro modo per noi di osservare questa cosa in funzione.
Cathie poi lega questi “secondi-griglia” alla velocità della luce, e ricalcola questo valore in base alla matematica armonica. Quando pensiamo al nostro attuale valore per la velocità della luce, questo valore si basa sulla matematica e sul tempo che noi usiamo oggi. Se cambiamo quei secondi in secondi armonici o secondi-griglia, introducendo le proprietà trascendentali dei multipli di 9, (che lo ricordiamo ancora è il fondamento della serie Diatonica così come il numero di frequenza fondamentale per i Maya), cambierà anche il valore della velocità della luce. Quello che non ci saremmo mai potuti aspettare è il numero armonico fondamentale in cui si trasforma la velocità della luce!
Al fine di “allestire” il nostro argomento finale che si collegherà nei prossimi capitoli al Ciclo Solare ed il nostro studio delle unità di coscienza, abbiamo bisogno di esplorare la discussione di Cathie sulle forme d’onda della luce e su come funzionino nell’atomo. Cathie ci informa del fatto che il vero atomo non apparirebbe, come pensiamo noi, come il Sistema Solare, ma piuttosto come una massa sferica. La luce viaggia in un’onda circolare tridimensionale, un’onda che si muove a spirale ad una certa altezza e ad una certa profondità. Questo lo si può disegnare in due dimensioni come una regolare “onda sinusoidale”, con una linea orizzontale nella sua sezione centrale.
Se ci si immagina questa onda di luce che si muove in avanti ad una determinata velocità, si può visualizzare come si venga formare una sfera. La spirale di luce avrebbe origine nel punto centrale dell’onda, che sarebbe il Polo Nord della sfera. L’onda si innalza a spirale fino alla massima altezza e “scende” di nuovo verso la mediana quando raggiunge l’equatore della sfera, formando il primo emisfero. Poi, allo stesso modo si forma il secondo emisfero, quando l’onda “scende” verso il suo punto più basso e risale di nuovo verso la mediana. Si osservi il diagramma come supporto per visualizzarlo. I numeri in basso rappresentano le armoniche che Cathie ha scoperto essere associate con questo movimento.
Naturalmente, si potrebbe misurarla come una “particella”, ovvero la sfera, o come una “onda”, ovvero la forma d’onda che crea la sfera. Quindi, con questa invenzione concettuale, Cathie ha fornito una soluzione a quella che è conosciuta in Fisica come la “dualità onda-particella”, dove la luce può apparire o come particella o come onda, a seconda di come la si osserva. Egli indica anche come si formi antimateria come risultato dei moti spiraliformi coinvolti.
Ricordiamo al lettore che questo sistema possiede similarità notevoli con la nostra teoria riguardante i funzionamenti interni delle “unità di coscienza”. Cathie lo raffigura come un sistema piuttosto bidimensionale, che essenzialmente si muove a spirale da sinistra a destra e da destra a sinistra. Cathie usa un’ “onda” per il diagramma, e noi ora sappiamo da studi come quelli del dott. Michio Kaku che le “onde” sono in realtà superstringhe che noi affermiamo essere linee di forza energetica in un “mare” unificato di energia dell’etere.
Abbiamo anche ragione di credere, da varie fonti psichiche e fisiche che abbiamo elencato, che queste “onde” debbano originarsi da un punto centrale o Unità (Oneness) e debbano muoversi verso l’esterno quando l’energia si espande, per poi collassare di nuovo verso l’interno quando si contrae.
Così, con solo un leggero schiocco delle dita, possiamo vedere come Cathie abbia scoperto tutto da solo le “unità di coscienza”, come atomi. Tutto quello che dobbiamo fare è di vederle come costituite di superstringhe che viaggiano in spirali, che si espandono verso l’esterno in forma sferica da un punto centrale o nucleo. L’atomo di Cathie si forma quasi esattamente a come egli aveva pensato che fosse; bisogna solo cambiare il vettore o la direzione delle spirali. Dato che sappiamo che anche la Terra è una gigantesca unità di coscienza, che fornisce un ” campo” sferico per trattenere queste energie, questo spiega perché la griglia di Cathie ci mostri due dei Solidi Platonici: l’ottaedro e il cubo. Gli spigoli e gli angoli di ogni Solido Platonico rappresentino i punti in cui convergono tutte le spirali, fornendo loro una maggiore forza gravitazionale/energetica. Questa interazione di forze ai “nodi” si mostra come campi magnetici rettilinei all’interno di una sfera in espansione, tutti distanziati armonicamente. Questo distanziamento armonico è la definizione fondamentale di tutti i Solidi Platonici.
LA VELOCITÀ DELLA LUCE ARMONICA
Abbiamo ora determinato come Cathie abbia impostato una base per misurare il tempo utilizzando un sistema di “secondi-griglia”, dove i normali 86.400 secondi al giorno basati su una armonica di 8 vengono espansi a 97.200 secondi, basati su un’armonica di 9. Nel far questo, un giorno della rotazione terrestre è stato suddiviso in 27 “ore-griglia”, o 9 x 3. Il numero di “secondi-griglia” al giorno finisce per essere il numero estremamente armonico di 97.200. Ecco come Cathie ha compiuto il primo passo per esprimere la Velocità della Luce nei termini della griglia; ottenendo una misurazione del tempo basata sui secondi-griglia.
La Velocità della Luce per come la esprimiamo noi oggi si misura in miglia al secondo.
Abbiamo già visto come Cathie abbia convertito il valore di un secondo nel suo ideale armonico, il Secondo-Griglia. Ora dobbiamo anche convertire il nostro regolare sistema di miglia in un sistema di misurazione basato sulla griglia. Come ricordiamo dalla discussione sul lavoro di Aime Michel e sulle linee di percorrenza degli UFO che erano distanziate simmetricamente l’una dall’altra, Cathie ha utilizzato il sistema di “miglia nautiche” per determinare dove erano situate le “linee della griglia”. Sappiamo anche che un miglio nautico è uguale ad un minuto di arco sulla superficie Terrestre, e che c’è una “linea della griglia” ogni 30 minuti. Così, quello che dobbiamo fare è trasformare le miglia nell’equazione della velocità della luce in miglia nautiche, o minuti d’arco, dal momento che le due sono intercambiabili. Pertanto, la “velocità-griglia” della Luce sarebbe espressa come (x) minuti di arco al secondo-griglia.
L’incontrovertibile verità delle scoperte di Cathie è che la “Velocità-Griglia della Luce” è ESATTAMENTE 144.000 minuti d’arco al secondo-griglia nello spazio libero. Come stiamo per vedere, questo diventa uno dei punti più importanti del libro, in quanto ci mostra che c’è una relazione diretta tra le frequenze della luce e le frequenze del suono: la matematica dei numeri è letteralmente identica. Il doppio di 144 è 288, il quale è il primo valore nella scala Diatonica su cui stavamo indagando.
Se osserviamo questo fatto ancora più a fondo, possiamo vedere che il valore armonico fondamentale di 144.000 per la velocità della luce è esattamente lo stesso dei valori armonici fondamentali di molte altre cose, compresi:
  •  Il baktun del calendario Maya, di 144.000 giorni Terrestri;
  •  Il numero biblico di 144.000 anime che Ascenderanno;
  •  Il “mattone” fondamentale di tutte le frequenze di vibrazione sonora, 144;
  •  Il fondamentale “numero di frequenza” Gematriano per la luce, 144;
  •  E, ovviamente, l’armonica di 12 volte 12.

Così, il significato Gematriano del numero 144 è “luce”. Ovviamente, ci dobbiamo chiedere se gli arcaici progettisti di questo sistema numerologico Biblico fossero a conoscenza delle stesse informazioni di Cathie; ora capiamo che avevano ragione: 144 è veramente la luce!
Come altro interessante punto armonico, il fisico John Nordberg rivela che la fisica attuale usa ancora un’unità di tempo basata sul secondo tradizionale, e questa unità è una dichiarazione diretta di quanto veloce si muova la lancetta dei secondi lungo un giro di 360° sul quadrante di un orologio opposta a quanto veloce si muova il Sole in un giro di 360° attraverso il cielo. Ci sono 86.400 secondi nell’arco di 360° del Sole,
che rappresentano un periodo di un giorno. Così, per ottenere la quantità di movimento relativo tra un secondo nel quadrante dell’orologio a 360° e un secondo nel movimento apparente di 360° del Sole, dividiamo 86.400 per il numero di secondi in un cerchio di 360°, o un minuto, ovvero 60 secondi. Il rapporto che ci risulta è 1.440, che rappresenta la nostra attuale percezione del tempo: in altre parole, un secondo del nostro tempo è 1.440 volte più veloce nel suo movimento attraverso il suo arco rispetto al movimento del Sole attraverso l’arco che esso traccia nel nostro cielo.
Quando combiniamo questo con il vero valore armonico di Cathie di 144.000 minuti d’arco della Velocità della Luce in un “secondo-griglia”, possiamo vedere che ci sono dei parallelismi nelle armoniche piuttosto interessanti. Ancor più importante, la velocità della luce è armonicamente la stessa della velocità del baktun che misura le unità nel Grande Ciclo.
Essa è anche una funzione delle armoniche che costituiscono le unità di coscienza [CU]. Quindi, c’è una relazione fondamentale tra la Luce stessa, il Suono, ed il Ciclo Solare. (Il Ciclo Solare è una pulsazione della Luce, espressa attraverso le rotazioni dei pianeti e delle stelle. Questa pulsazione della Luce funziona in ottave, fornendoci le dimensioni). Cathie ci aveva appena detto che la luce forma sfere mentre viaggia, e una CU è un’energia sferica che pulsa.
Abbiamo anche suggerito che la sfera di un pianeta può fornire una armonica a larga scala per la pulsazione della CU, e ora Cathie ha risolto i nostri basilari “valori di misurazione planetaria” come il miglio in termini di armoniche di Griglia fondamentali che ci aiutano a calcolare il vero trascorrere armonico del tempo. Una delle più impressionanti rappresentazioni armoniche della Terra come una CU di Cathie è la distanza dal centro della terra all’altezza media dell’atmosfera. Questo valore viene dato come 4.320 minuti d’arco, che si riduce a 432, il numero della “Consacrazione” e la vibrazione fondamentale del sesto nodo nell’ottava. Così, sembrerebbe che i minuti d’arco siano veramente vitali per dimostrare le proporzioni armoniche della Terra. Ora che abbiamo risolto la velocità della Luce in tempo armonico e minuti d’arco, possiamo capirne il perché; essa si presenta come un’esatta armonica di 144.
Così essenzialmente, utilizzando questo sistema di matematica della Griglia, Cathie ha determinato come un’unità di coscienza abbia origine nei livelli più minuscoli e fondamentali, utilizzando i “secondi-griglia” e i minuti d’arco basati sui 360°. Non solo vediamo la formazione di una CU, ma vediamo anche la sua fondamentale relazione con la Luce, e le armoniche della Luce. Dal momento che i principi armonici delle CU sono letteralmente identici tanto nella Terra quanto nell’atomo, vedremo che anche i cicli del sistema Solare sono una funzione armonica.
I pianeti si muovono nello spazio non in cerchi bidimensionali come noi li vediamo solitamente, ma in spirali, dato che anche la Galassia sta ruotando e sta muovendo il Sistema Solare in avanti come una unità. Se osservassimo un’orbita planetaria in uno spazio vuoto e immobile, essa viaggerebbe a spirale. Così, i pianeti si muovono a spirale in un modo armonicamente identico alle superstringhe all’interno di una unità di coscienza, solo molto più lentamente. I pianeti si sono originati dal centro, dal Sole, come gas e polveri super-caldi, e ora si muovono a spirale verso l’esterno rispetto al Sole ad un ritmo lento, prevedibile ed armonico, in forma di pianeti. In modo simile, la CU ha origine nel suo centro e si muove a spirale verso l’esterno nelle superstringhe. Così, il Sistema Solare è, di fatto, una gigantesca, armonica unità di coscienza.
Griglia Globale II: Sui Pianeti cominciano a prendere forma i Cristalli Iperdimensionali
Affinché la teoria armonico/geometrica delle “densità” di energia nell’universo stia in piedi da sola, abbiamo bisogno di un qualche tipo di prova fisica che si possa osservare e misurare. Cathie soddisfa questo punto dimostrandoci che la Griglia sferica ha al suo interno un cubo e un ottaedro. Come abbiamo visto nei precedenti capitoli, Richard Hoagland ed il suo team hanno decodificato il pittogramma di Barbury Castle 1991. Questo pittogramma, la Madre Di Tutti Cerchi Nel Grano, mostrava un tetraedro dentro una sfera.
Quasi allo stesso modo in cui Cathie aveva misurato un cubo e un ottaedro nella Terra, il lavoro di Hoagland evidenzia zampilli di energia in forma di tetraedro. È abbastanza umoristico notare a questo punto come Cathie aderisca strettamente al suo modello di cubo/ottaedro, e come Hoagland aderisca strettamente al suo modello tetraedrico, ma come entrambe queste forme coesistano insieme al resto dell’Ottava. Dal momento che il tetraedro è la densità immediatamente sopra la nostra, la sua forma dovrebbe anche essere fra le più forti nei suoi effetti energetici, conducendoci alle osservazioni fisiche più ovvie. Il team di Hoagland ha studiato esclusivamente queste energie tetraedriche, misurando il tetraedro all’interno di una sfera con grande precisione al fine di localizzare dove dovrebbero emergere i maggiori punti di stress. In breve, Hoagland ci ha dimostrato che i punti inferiori del tetraedro emergono a 19,5° sopra o sotto l’equatore del pianeta o della sfera, a seconda di dove si posiziona il vertice della figura.
Hoagland poi prende le misure del tetraedro, compreso questo punto di energia a 19,5°, e dimostra la loro presenza su quasi ogni corpo nel Sistema Solare. Sul Sole, per esempio, le macchie solari non si spingono mai oltre il 19,5° Nord o Sud. Più recentemente, Hoagland ha dimostrato dove sarebbe il vertice del tetraedro, pubblicando i risultati di un’ispezione satellitare del Sole che indicava un perfetto anello circolare di energia che
circonda il polo nord magnetico. Andando oltre, si possono osservare grandi focolai di energia in un paio di vulcani su Venere, anch’essi a 19,5°. Su Marte, abbiamo il Monte Olimpo, un vulcano a scudo che è tre volte la dimensione del Monte Everest, anch’esso a 19,5°.
Sulla Terra, Hoagland indica le Hawaii, ma noi mostreremo che qui c’è un altro posto per il tetraedro che è ancora migliore. Dirigendoci verso i pianeti gassosi, gli effetti energetici si osservano più in forma di spirale e meno come disordini della crosta o vulcani. Infatti, molte persone con scarsa familiarità con il lavoro di Hoagland resteranno sorprese nello scoprire che il Great Red Spot di Giove si trova anch’esso 19,5° sotto l’equatore. Questo enorme vortice spiraliforme è una tempesta apparentemente perpetua, ed è sufficientemente larga da contenere due volte la Terra al suo interno. Questo ci mostra molto più chiaramente come appaiono questi punti della griglia del tetraedro quando causano un effetto fisico su un gas.
Spostandoci al successivo grande pianeta gassoso, Saturno, ci sono fasce scure di nubi localizzate a 19,5° Nord e Sud rispetto al suo equatore. Ovviamente, queste evidenziano il tetraedro intrecciato, ovvero il fatto che si devono includere due tetraedri uno di schiena all’altro per rappresentare appieno l’energia. Inoltre Saturno ha na misteriosa formazione circolare sul proprio Polo Nord che al suo interno dà nitidamente forma ad una stella pentagonale, con dentro anche una spessa nube esagonale. Questo aiuta a mostrarci in forma gassosa dove si trovano le energie cristalline che per prime entrano nel pianeta.
(Guardate specialmente al frame in basso a destra per vedere la stella a cinque punte. La nube esagonale non è composta di linee scure come la stella; è visibile a metà strada fra il bordo del cerchio e il centro, perfettamente circoscritto. Hoagland l’ha ristampata in Monuments of Mars, ed era stata originariamente pubblicata nel 1988 da D.A. Godfrey da una serie di immagini oblique della Voyager rettificate al computer delle regioni polari di Saturno. Il titolo del lavoro che ne venne fuori è “un Oggetto Esagonale intorno al Polo Nord di Saturno”). Nettuno ci mostra sia un Great Dark Spot [3] a 19,5° come Giove, sia una fascia di nubi come Saturno. Le immagini più recenti di Nettuno, in un’edizione speciale di Scientific American nel Marzo 1998, mostrano chiaramente come una spessa fascia di nubi bianche circondi continuamente l’intera circonferenza di Nettuno alla medesima latitudine del Great Dark Spot. Nessuno si è avventurato a spiegare o indovinare il perché di questo. Urano non è stato adeguatamente fotografato per determinare se esista un simile spot, ma data l’evidenza di tutti gli altri pianeti gassosi, sembra quasi certo che se ne troverà uno simile.
Le implicazioni di tutto questo sono assai significative. Ci siamo dati grande pena di dimostrare come queste semplici forme geometriche compongano le più piccole “unità” di energia pulsante della Creazione, e ora le stiamo vedendo emergere come punti di stress di energia circolante su sfere molto più grandi, quelle dei nostri pianeti. Fino ad ora, i detrattori di Hoagland sono stati riluttanti a fornire ipotesi alternative del perché su questi altri pianeti emergano questi focolai di energia.
Se si provasse che Hoagland ha ragione, si darebbe inevitabilmente credibilità al suo lavoro su Marte. Come avevamo detto, Hoagland ha mostrato ripetuti esempi di questo angolo di 19,5° e del rapporto e/π nelle relazioni tra gli oggetti nella regione marziana di Cydonia, in cui sono localizzate tutte le anomalie come le piramidi e la Faccia.
Ritornando al nostro studio delle dinamiche del tetraedro nella sfera, il complesso di Cydonia si trova esattamente a 120°, ovvero un terzo, del giro intorno a Marte dal gigantesco vulcano del Monte Olimpo. Come tutti possono vedere, 120 è esattamente un terzo di 360. Dunque, possiamo vedere che la distanza fra due punti del tetraedro su un globo dovrebbe essere di 120°, dal momento che il tetraedro dovrebbe dividere il globo in tre parti uguali.
La domanda quindi diventa: perché mai qualcuno avrebbe voluto costruire Cydonia, un complesso di piramidi, proprio in quel punto? Dobbiamo presumere che stessero in qualche modo imbrigliando l’energia emessa dal tetraedro. Tuttavia Cydonia si trova ben al di sopra dei 19,5°. [Sebbene il team di Hoagland evidenzi che la latitudine al vertice della Piramide D&M è esattamente di 40,87°, che è esattamente la cotangente di e/π, ovvero 0,865]. Ecco una possibile risposta. Anche se il complesso di Cydonia non è costruito sul punto caldo stesso, ci può essere una sorta di linea longitudinale di energia che si estende direttamente verso l’alto e verso il basso, attraversando il punto del tetraedro. Se questo fosse vero, ci dovremmo aspettare che il tetraedro crei fasce verticali di energia utilizzabile che sarebbero tutte distanziate fra loro di 120°, e viaggerebbero in direzione Nord-Sud. La cotangente di e/π potrebbe proprio essere un altro punto di focalizzazione o nodo di energia che era molto utile ai tempi della “costruzione” di Cydonia.
Questo stesso fenomeno appare anche sulla Terra. Si può vederlo nel lavoro di Carl Munck, il nostro ricercatore della griglia globale che ha scoperto un sistema di coordinate che include praticamente tutti i siti sacri sulla terra. Nel suo libro, The Code 1997, mostra come tutte le piramidi egiziane possano essere allineate in una striscia molto stretta che viaggia dritta in direzione Nord-Sud.
La prima cosa che dovremmo osservare in questa immagine è quanto precisamente il Fiume Nilo segua la linea della griglia. Questo fatto segue piuttosto bene la nostra idea che le linee della griglia trasportino correnti di flusso di energia. Queste stesse correnti causano la formazione di vortici spiraliformi nei pianeti gassosi, come il Great Red Spot di Giove. Inoltre se disegniamo un “punto nodale” simile ai cerchi ai bordi del tetraedro nel cerchio nel grano di Barbury Castle, esso descrive precisamente i confini del delta del Fiume Nilo verso l’oceano.
Dal momento che Gizeh si trova esattamente a 30° di latitudine nord, vediamo subito come diventi un punto nodale dell’intersezione di altri due solidi Platonici. Dall’effetto che questo punto ha sulla costa egiziana, pare che l’intensità di queste forze non solo causi vulcani, ma dia anche forma e modelli la terra intorno a sé.
Munck poi ci mostra che se ci si sposta esattamente di un terzo nel giro intorno alla Terra, si giunge in Centro-America, patria degli Aztechi e dei Maya. Un’altra fascia della griglia letteralmente identica emerge esattamente dove ci si aspetta che sia: a 120° da Gizeh, come vediamo nell’immagine qui sotto. Chiaramente l’intero complesso di piramidi di Tikal si conforma alla configurazione della linea nord-sud della griglia. Se si estende la linea ulteriormente verso Nord, essa racchiude anche un’oscura piramide e i relativi artefatti che sono stati ritrovati sommersi sotto il Rock Lake nel Wisconsin. Munck entra molto di più nel dettaglio riguardo al significato di questi artefatti rispetto a quello che faremo qui noi. Più avanti vedremo come queste forme ci dicano precisamente dove si trovano sulla Griglia tramite le proprie misure. Per ulteriori informazioni si incoraggia il lettore ad acquistare il materiale di Munck.
Così, se una fascia della griglia rappresenta un punto di stress dell’energia che sta creando ogni molecola sulla Terra istante dopo istante, allora ci dovremo aspettare che un’area di maggiore stress possa modellare la forma della terra intorno a sé. Se si guarda attentamente nell’area dello Yucatan, nel Centro-America, laddove la linea cresce, si vedrà che l’intera penisola si comporta come se una forza di qualche tipo l’avesse chiamata ad allinearsi con la medesima fascia della griglia. Essa la segue perfettamente tra le sue linee e termina con una linea retta quasi orizzontale. Questo è ancor di più la prova della forza che l’energia armonica della fascia della griglia realmente possiede. Anche la linea principale della griglia che passa attraverso Gizeh possiede ovviamente una forza simile, in quanto potrebbe essere responsabile dell’ammassamento dell’intera massa di terra dell’Africa. Dopotutto, la linea longitudinale che passa attraverso Gizeh ha a proprio contatto la maggiore quantità di terra di qualsiasi altro punto sulla Terra.
Il punto principale che vogliamo mostrare qui è che pare che l’area del Rock Lake stia imbrigliando energia.
Come scrive Munck:
“… è un fatto risaputo intorno al Rock Lake che la gente veda cose che in realtà non ci sono, come grandi rocce che galleggiano nel lago, per svanire poche ore più tardi. Pescatori sul ghiaccio che cercano di far partire le loro motoseghe sul ghiaccio non riescono a farle funzionare. Una volta ritornati sulla costa funzionano bene, ma quando ritornano sul ghiaccio si rifiutano di nuovo di partire. I sommozzatori, che cercano di filmare le piramidi sommerse, non riescono a far funzionare le loro telecamere vicino alle piramidi. Ritornati sulla costa, funzionano bene. Altri sommozzatori, preparandosi ad entrare nel lago, vengono
improvvisamente colti da un senso di timore”.
Così, semplicemente dalla breve descrizione di Munck, possiamo vedere che in apparenza in quest’area c’è una perturbazione energetica sufficientemente forte da provocare sia guasti meccanici sia effetti relativi alla coscienza. Dato che la nostra idea è che queste aree rappresentino punti di stress di energia intelligente di dimensione superiore, entrambe le teorie concordano. Le frequenze superiori di energia renderebbero inoperative cose come le motoseghe e le batterie di telecamere elettroniche, dato che di fatto si modificherebbe la velocità vibratoria delle frequenze elettromagnetiche nella zona, rendendole così incompatibili con le normali attrezzature. Questo risultato è letteralmente identico alle osservazioni che sono state fatte quando si avvicina un UFO; tutti gli oggetti meccanici/elettrici smettono di funzionare. Così, le stesse forze di energia superiore che gli UFO sono in grado di imbrigliare emergono anche più potenti in determinati luoghi della Terra.
Queste frequenze si verificherebbero anche al livello della coscienza, causando quindi probabilmente allucinazioni e reazioni emotive. Una reazione simile sembra avvenire in presenza degli UFO, portando la gente ad avere “illusioni” ed ansia, così come euforia e quel senso che “tutto il tempo si sia fermato” o sia diventato silenzioso. Pare che i costruttori degli artefatti di Rock Lake stessero imbrigliando energia utilizzabile, e che la gente moderna debba ancora imparare a farne buon uso a livello di coscienza.
Così giusto per orientarci meglio, guardiamo quello che abbiamo fino adesso in termini delle nostre fasce della griglia. La mappa che segue, tratta dal libro di Munck, ci aiuterà a vedere chiaramente dove si trova il tutto quanto. Introdurremo nel diagramma anche il tetraedro per aiutarci a visualizzare in modo appropriato il suo posizionamento.
Ora sappiamo che il Rock Lake ha mostrato delle anomalie. Ma per quanto riguarda il Tikal? Carl Munck ha discusso della piramide principale di Tikal, che si trova nella parte inferiore della linea della griglia Americana nello Yucatan, dicendo che questa è per molti versi unica. Primo, la sua profondità mostra un’esatta armonica della circonferenza dell’equatore della Terra in piedi: 24,9015, che è un armonico di 24.901,5 miglia. Egli va avanti a mostrare come la piramide di Tikal codifichi la misura esatta della superficie di una sfera, che sarà sempre di 41.252,96127 gradi quadrati. Se moltiplichiamo questo numero della sfera per tre, che rappresenta le tre scalinate sulla piramide, si scoprono le esatte coordinate longitudinali della piramide sulla Griglia! Questo sembra molto curioso, in quanto stiamo prendendo un numero che rappresenta una sfera e lo utilizziamo in un gruppo di tre. È proprio come il nostro tetraedro che divide la sfera Terrestre in tre parti.
Il nostro punto di partenza in questo materiale era di dimostrare come queste “fasce della griglia” emergessero sia su Marte sia sulla Terra. Avevamo stampato una mappa delle “fasce della griglia” Egiziane e Americane, e dimostrato la loro validità nel determinare la localizzazione degli antichi monumenti. Abbiamo anche potuto vedere come le energie gravitazionali della Terra stessa sembrassero esserne influenzate, nella struttura della Yucatan in Messico e nella posizione del Fiume Nilo e del suo delta in Egitto. Quindi rinfreschiamoci un po’ la memoria sulle fasce della griglia con una citazione di Munck, mentre ne ricerchiamo il vero significato.
..Sembra che la maggior parte delle piramidi tra i 120° e i 121° ovest di Giza ci mostrino le
costanti nello stesso modo. Del perché lo facciano non ne sono ancora certo, ma 120° è un 1/3 del giro intorno al mondo partendo da Giza, quindi 1/3 dei 360° di tutta la Terra…….
Potrebbe anche essere così semplice. Se il nostro modello è corretto, l’intero tetraedro si dovrebbe mostrare sul pianeta attraverso le fasce della griglia. Eppure non c’è niente nei libri di Munck riguardo alla terza fascia, che come possiamo vedere nel precedente diagramma dovrebbe essere vicino al Giappone. Indagando ulteriormente su questo concetto, alcuni punti dovrebbero divenire ovvi. Le isole Giapponesi, come tutti sanno, sono vulcaniche. Hoagland ci mostra il Monte Olimpo su Marte, un vulcano grande tre volte l’Everest che si trova esattamente su un punto del tetraedro nella griglia. Quindi, se osserviamo l’intera struttura
del Giappone, vediamo che essenzialmente si tratta di una grande striscia di terra che corre quasi parallela a dove dovrebbe essere la nostra fascia della griglia, e che di fatto la attraversa nella parte alta. Vicino a dove si incrociano, si trova l’isola di Okinawa. Ed è proprio vicino a quest’area che noi troviamo la nostra prossima prova di questo mistero.
Laura Lee è stata la prima improtante esponente dei media a rivelare le immagini di strutture megalitiche sommerse al largo della costa di Yonaguni, una piccola isola vicino ad Okinawa. Sebbene non siano vere piramidi, le strutture hanno una geometria sorprendentemente rettilinea nel loro disegno, tanto da far facilmente apparire come nani i sommozzatori che gli nuotano intorno. Sono anche costruite con strati successivi di enormi blocchi che si assottigliano verso l’interno mentre si risale lungo i lati. Questa parte della struttura appare molto simile ad una piramide gradinata o ziggurat, proprio come sembra essere anche un parallelo dei progetti Centroamericani come quello di Tikal.
Pertanto, in Giappone possiamo vedere come la nostra terza fascia di griglia sia soddisfatta. L’Anello del Fuoco, che è la violenta intersezione di varie placche continentali, segue da vicino la terza fascia e la attraversa nei pressi del Giappone. Un’enorme energia geometrica ha plasmato in forma circolare la barriera terra-oceanica intorno a Gizeh e ha spinto uno dei più grandi fiumi del mondo a scorrere “verso l’alto,” ovvero da Sud a Nord, diversamente dal Mississippi che va da Nord a Sud. Similmente, la potente fascia di griglia tetraedrica mostra i suoi muscoli causando delle tremende forze ascendenti sulle placche continentali nel lato
Estremo-orientale del continente asiatico.
Così, possiamo vedere ancora un altro esempio di un enorme sito costruito in un’area che gli avrebbe permesso di bilanciare ed imbrigliare le caotiche energie della Terra. Possiamo vedere con certezza il caos in un’area come l’Anello del Fuoco, con una attività vulcanica tanto forte. Ovviamente, quando tutta la struttura del monumento megalitico di Yonaguni potrà essere determinata, ci dirà la sua posizione nella Griglia basandosi sulla moltiplicazione delle sue facce, terrazze, gradoni, per una costante fondamentale della Griglia Terrestre.
Una volta che un ricercatore ha familiarizzato con il sistema di Munck, sa cosa cercare. Ecco perché il Cerchio di Miami ha rivelato il proprio Codice a Munck ed i suoi associati tanto rapidamente nel 1999.
L’età minima di 12.000 anni della struttura di Yonaguni ci mostra chiaramente che il sistema della Griglia era già operativo durante l’epoca Atlantidea. Questo ritrovamento archeologico fa apparire immagini di Lemuria o Mu; un’altra area di terra nel Pacifico che fonti come le letture di Edgar Cayce insistevano a dire che fosse emersa ad un certo punto della storia. Le opere di James Churchward entrano molto nei dettagli per legittimare la storia di Mu. Infatti, siti antichi come Nan Matol e l’Isola di Pasqua, tra gli altri, aiutano a dimostrare che una volta laggiù viveva una cultura di opere megalitiche in pietra. Le isole oggi sono semplicemente troppo piccole per contenere un numero di persone tale da essere in grado di erigere strutture.
Il nostro intento, entrando in tutti questi dettagli sulle fasce della griglia e le forme di energia, è di spiegare appieno come gli Antichi fossero consapevoli della loro presenza. Questo ci fornisce una prova scientifica concreta che un’unità di coscienza si armonizza naturalmente con la grandezza di un pianeta, e che produce energia dagli effetti misurabili. Sembra che certe culture antiche abbiano costruito piramidi ed altre strutture di focalizzazione dell’energia su questi punti e su queste fasce della griglia allo scopo di stabilizzare ed imbrigliare l’energia che si crea in quel luogo. Mentre quest’energia potrebbe avere usi fisici, fonti come Ra (dal libro The Ra Material) zioni per la coscienza spirituale. In apparenza tali “macchine” piramidali aiutano a sintonizzare le persone con le vibrazioni necessarie per effettuare un salto dimensionale o una trasformazione energetica. Questo potrebbe spiegare il mistero spesso citato dell’improvvisa scomparsa dell’intera civiltà Maya nei primi anni dopo Cristo. Potremmo ipotizzare che fossero in grado di calcolare
l’arrivo di un evento solare/astrologico, che fornisse sufficiente energia esterna affinchè loro potessero usare tali strutture col proposito di effettuare un simile salto.
Becker/Hagens: La Soluzione della Griglia Globale
Abbiamo già visto con Cathie il cubo e l’ottaedro nella Terra, e abbiamo visto con Hoagland il tetraedro nel Sistema Solare. Questo lascia a noi il compito di localizzare Purusha e Prakriti, l’icosaedro ed il dodecaedro, affinché la nostra Griglia Globale sia completa. Sono William Becker e Bethe Hagens che in ultimo hanno risolto l’enigma per noi. Al tempo in cui è stata pubblicata la loro opera, il dott. Becker era Professore di Industrial Design all’University of Illinois, Chicago, e la dott.ssa Hagens era Professoressa di Antropologia alla Governors State University. Insieme, hanno dapprima dimostrato come queste due forme siano state scoperte, e poi come si adattassero nella Griglia Terrestre finale, che loro hanno chiamato Unified Vector Geometry 120 Polyedron, ovvero UVG 120 “Earth Star.”
Sebbene in precedenza avessimo detto che la storia moderna della Griglia Globale può aver avuto inizio con Bruce Cathie, l’ex squadra Becker e Hagens (marito e moglie) ha un’opinione diversa. Essi ascrivono questa scoperta all’opera di Ivan P. Sanderson, che è stato il primo a creare il caso della struttura dell’icosaedro in funzione sulla Terra. Ha fatto questo localizzando quelli che lui definisce “vili vortici,” ovvero quelle aree della Terra in cui si sono osservate misteriose sparizioni, guasti meccanici e distorsioni spazio-temporali.
Sebbene in precedenza avessimo detto che la storia moderna della Griglia Globale può aver avuto inizio con Bruce Cathie, l’ex squadra Becker e Hagens (marito e moglie) ha un’opinione diversa. Essi ascrivono questa scoperta all’opera di Ivan P. Sanderson, che è stato il primo a creare il caso della struttura dell’icosaedro in funzione sulla Terra. Ha fatto questo localizzando quelli che lui definisce “vili vortici,” ovvero quelle aree della Terra in cui si sono osservate misteriose sparizioni, guasti meccanici e distorsioni spazio-temporali.
Ovviamente, la maggior parte dei lettori è a conoscenza del fatto che i rapporti sul Triangolo delle Bermuda, sulla costa orientale della Florida, appartengono a questa categoria, ma Sanderson ha osservato anche altre aree meno popolari. Queste aree sono state spesso definite “Cimiteri del Diavolo,” dal momento che molti esploratori semplicemente scomparivano se li attraversavano nel momento sbagliato dell’anno, apparentemente quando ci sono allineamenti planetari o lunari sbagliati che attivano quella particolare area.
Quello che inizialmente ha condotto Sanderson a questo lavoro è il caso delle Mappe degli Antichi Re del Mare, come le ha definite Charles Hapgood. Ora sappiamo che durante l’epoca di Atlantide e forse anche molto prima, le coordinate dell’intera Terra erano state mappate tramite la costruzione di diverse piramidi, templi e monumenti sulla superficie Terrestre. Carl Munck lo dimostra oltre ogni possibile dubbio. Pertanto, è quasi inevitabilmente ovvio che in un certa epoca ci dovessero essere molte mappe Atlantidee del mondo. Queste mappe avrebbero dovuto essere molto precise, dato il livello di sofisticazione che abbiamo osservato nella
precisa esecuzione del “Codice” di coordinate mondiali di Munck.
Possiamo ragionare su come queste mappe possano essere state trasmesse, basandoci su una varietà di fonti d’informazione. Ci è stato detto che dopo l’ultimo spostamento dei poli, 12.500 anni fa, la parte principale della terra Atlantidea è affondata. I sopravissuti dei sacerdoti Atlenti s si sono mantenuti in una stretta ed isolata comunità monastica, dal momento che la maggior parte della restante umanità era caduta nella barbarie. Dal momento che la maggior parte della terra era scomparsa, con solo pochi superstiti rimasti, è chiaro come allo stesso modo sia rimasto solo uno numero esiguo di queste mappe.
La civiltà Sumera potrebbe essere stata il primo tentativo degli Atlantidei di ricostruire una società di un certo livello, e questo potrebbe essere iniziato circa nel 6.000 a.C., grosso modo 8.000 anni fa. Come hanno evidenziato Zecharia Sitchin ed altri, la civiltà Sumera sembra essere fiorita piuttosto spontaneamente ed improvvisamente. In un periodo di tempo molto breve, hanno avuto linguaggio scritto, educazione, leggi, agricoltura ed acqua corrente, per esempio. Sappiamo che i Sumeri avevano la Costante di Niniveh, il ciclo di cui abbiamo parlato in precedenza.
Poi, quando introduciamo anche la più profonda opera di Zecharia Sitchin, comprendiamo come un gruppo che aveva accesso ad una tecnologia incredibile abbia aiutato i Sumeri, un gruppo che possedeva macchine volanti, laser ed altra attrezzatura esotica. Era presente anche una comprensione molto avanzata di scienza e fisica, compresa la conoscenza dell’intero spettro dei pianeti del Sistema Solare. Ci è stato anche detto negli antichi Veda Indù e nelle Letture di Edgar Cayce che gli Atlantidei possedevano veramente macchine volanti, quindi questa ne è la conferma. (Potrebbe anche essere che gli Atlantidei stessero cooperando con Fratelli dello Spazio con cui anche loro stavano interagendo, data la preponderanza di dati “Astronautici Antichi” a loro disposizione. I dati di Sitchin suggeriscono con molta forza l’esistenza degli Annunaki, ovvero “Coloro che dal Cielo sulla Terra Vennero.”) Le mappe sono state conservate all’interno degli alti ranghi del sacerdozio molto dopo l’inizio della civiltà Sumera, e infine sono stati secretati nella Libreria di Alessandria d’Egitto, e più tardi nelle sale accademiche della Grecia. Si crede che solo coloro che fossero membri della fratellanza segreta sapessero dell’esistenza di queste mappe. L’argomento dell’esistenza delle fratellanze segrete è estremamente forte, e il miglior libro che Wilcock abbia mai trovato su questo argomento è The Poeple of The Secret di Ernest Scott (Octagon Press, Londra 1983). L’opera di Scott non lascia alcun dubbio sul fatto che questa Fratellanza sia esistita, che si sia segretamente alleata alle maggiori religioni della Cristianità, dell’Islam e del Giudaismo, e che persista tuttora come gruppo positivo che si lega con l’Intelligenza Superiore e che cerca di svelare gradualmente i Misteri alla nostra civiltà.
Così, queste fratellanze segrete hanno inviato esploratori del mare per riscoprire le terre che erano nascoste sulle loro mappe, per ricostruire infine una grande civiltà tecnologica come Atlantide. Francesco Bacone, il padre della moderna Massoneria, ha dichiarato che il continente Americano, è il sito per una “Nuova Atlantide”.
E, al fine di mettere in moto questo piano, gli esploratori stessi avevano la necessità di ricopiare le mappe, almeno in parte, così da avere qualcosa su cui lavorare. Certi autori, compreso Hancock in Impronte degli Dei, seculano che Colombo avesse accesso a queste mappe, e pertanto sapesse che la Terra era effettivamente rotonda, e che si sarebbero trovate nuove terre oltremare.
Tutto questo si è dimostrato molto interessante per Ivan P. Sanderson, il “padre della Griglia”, e ora vedremo il perché. Il primo esploratore di cui siamo a conoscenza che abbia copiato una di queste mappe è l’Ammiraglio Piri Reis, nel 1513 d.C. Questa mappa si concentrava sulla costa occidentale dell’Africa, sulla costa Orientale del Sud America e la costa settentrionale dell’Antartide. Quello che è davvero interessante è che questa mostra l’area Antartica della Queen Maud Land come una costa priva di ghiacci. E, come scrive Hancock in Impronte, affinché queste coste potessero essere state esplorate senza ghiacci, avrebbero dovuto essere state disegnate tra il 13.000 ed il 4.000 a.C.! L’umanità moderna non ha conosciuto il profilo di questa costa fino al 1949, grazie al risultato di una vasta esplorazione sismica da parte di una squadra di esplorazione Anglo-Svedese. (Hancock 1995, pg.12.)
L’uomo che ha messo insieme tutte queste informazioni riguardanti le mappe è Charles Hapgood, tuttavia le sue teorie inizialmente non cominciavano da queste mappe. Hapgood era Professore di Storia della Scienza al Keene College nel New Hampshire, sebbene la sua area di ricerca andasse ovviamente molto oltre la semplice storia. La teoria di base di Hapgood riguarda la dislocazione della crosta terrestre, molto analoga all’idea di “spostamento dei poli”, in cui la superficie della Terra cambia veramente posizione. Hapgood dice che l’intera crosta della superficie terrestre “possa talvolta dislocarsi, muovendosi sopra il soffice corpo interno, proprio come la buccia di un’arancia, se allentata, può scivolare sulla parte interna dell’arancia tutta d’un pezzo.”
Questa teoria ha attirato l’attenzione anche di Albert Einstein, che ha contribuito con l’introduzione al libro di Hapgood nel 1953. La citazione di Einstein, ristampata a pg. 10 del libro di Hancock, merita decisamente di essere inserita qui:
“Ricevo frequentemente comunicazioni da parte di persone che vogliono consultarmi riguardo alle loro idee inedite [ha osservato Einstein]. Non serve dire che queste idee molto raramente possiedono una validità scientifica. La primissima comunicazione, tuttavia, che ho ricevuto da Mr. Hapgood mi ha elettrizzato. La sua idea è originale, di grande semplicità, e – se continuasse ad essere comprovata – di grande importanza per tutto quanto sia correlato alla storia della superficie terrestre.”
Einstein ha anche espresso le proprie idee su come questo movimento della terra possa avvenire:
“In una regione polare c’è un continuo deposito di ghiaccio, che non è distribuito simmetricamente rispetto al polo. La rotazione terrestre agisce su queste masse depositate asimmetricamente, e produce un momento centrifugo che viene trasmesso alla crosta terrestre rigida. Il momento centrifugo in costante aumento prodotto in tal modo produrrà, quando ha raggiunto un certo punto, un movimento della crosta terrestre sul resto del corpo terrestre…”
E così, la teoria di Hapgood ha spiegato che in vari momenti nel tempo, la massa di terra dell’Antartide si allontana dalle regioni più fredde, per via del Dislocamento della Crosta Terrestre. E ha conquistato parecchi punti dal momento che il miglior scienziato che sia mai vissuto ha corroborato la sua teoria. Nei prossimi capitoli vedremo che questi fatti si armonizzano con le informazioni di Gregg Braden riguardanti la crescita del
“battito cardiaco” della Terra e la decrescita della forza del suo campo magnetico. Braden rivela che nel passato questi fenomeni si sono sempre verificati subito prima di casi di spostamenti dei poli magnetici, che potrebbero ben essere il “Dislocamento della Crosta Terrestre” in funzione.
Possiamo vedere che se la teoria di Hapgood è corretta, l’inondazione Atlantidea è stata il più recente esempio di questo dislocamento, in quanto prima di questo momento, molte mappe erano disegnate con l’Antartide senza ghiaccio. Pertanto, lo scivolamento della crosta terrestre deve aver collocato l’Antartide in un’area più calda prima del dislocamento più recente. Così, il modello di Hapgood è la miglior concezione che abbiamo del perché l’Antartide fosse in una regione più calda. Insieme a Impronte degli Dei, anche il libro When The Sky Fell di Rand e Rose Flem-Ath è una fonte eccellente per ulteriori dettagli su questi punti.
Anche le altre mappe che mostravano l’Antartide sotto il ghiaccio includevano la mappa di Oronteus Finaeus del 1531. In questo caso, abbiamo una visione completa dell’Antartide, con i bordi ampiamente privi di ghiacci.
Fiumi e montagne sono chiaramente visibili. Un’altra mappa molto simile è stata prodotta da Gerard Kremer, noto al mondo come Mercator, l’autore della moderna proiezione di Mercator che è oggi tanto comunemente utilizzata. Hapgood conclude che Mercator avesse accesso ad altre fonti oltre a quelle usate da Oronteus Fineaus, dal momento che nella sua opera molte figure riconoscibili dell’Antartide sono visibili più chiaramente. Così, pare che ci fossero effettivamente parecchie copie disponibili a quei tempi.
Un altro cartografo che ha dimostrato altrettante conoscenze e fonti d’informazione è stato Phillippe Bauche, un geografo francese del diciottesimo secolo. La sua mappa del 1737 ci mostra una versione dell’Antartide che in apparenza non presenta alcun ghiaccio! Come possiamo vedere, c’è un evidente canale che corre proprio nel mezzo, dividendo il continente in due masse di terra, una più grande ed una più piccola, forse un quinto di quella più grande.
Ciò che rende tutto questo ancor più sorprendente è che la versione dell’Antartide di Bauche è quasi identica a quella che abbiamo effettivamente scoperto nel 1958, l’Anno Internazionale di Geofisica. In quel caso, è stata condotta una estesa ricognizione sismica della “topografia subglaciale” dell’Antartide. E infatti la divisione fra le due masse, mostrata nella mappa di Bauche come un canale, si trova esattamente nella stessa posizione. Sia la terra più piccola sia la più grande nella mappa di Bauche sono molto simili alle scoperte degli scienziati nel 1958.
Così, ovviamente, questo è un fenomeno molto interessante, e va a braccetto con l’opera di Carl Munck.
L’opera di Hapgood che, ripetiamo, raccolse l’interesse accademico di Einstein, fornisce le fondamenta per comprendere perché gli Antichi conoscessero le coordinate globali con tanta esattezza. Torniamo ora ad Ivan P. Sanderson, che ha studiato anche l’opera di Hapgood e che rimase folgorato da queste incredibili prove. Sanderson ha cercato di immaginare come questi antichi cartografi siano stati in grado di dettagliare una mappa dell’intero globo. Che tipo di modelli dovevano avere per fare qualcosa di questo genere, ed utilizzarla? Come hanno iviso la superficie Terrestre in unità misurabili? E inoltre, c’era qualcosa che fosse fisicamente osservabile e misurabile nelle vastità degli oceani Terrestri, tale che questi cartografi sapessero veramente dove si trovavano nel mezzo del mare?
Sanderson ha lavorato su questo enigma con parecchi associati negli anni ’60 e ’70. Ha affrontato enormi volumi di dati, la maggior parte dei quali provenienti da rapporti anomali dichiarati da centinaia di piloti e marinai, e li ha organizzati in modo sistematico. I suoi risultati provano oltre ogni ombra di dubbio che in certe aree degli oceani Terrestri erano visibili alcune interessanti anomalie. Queste anomalie ci sono molto familiari, essendo quelle comunemente riportate nel Triangolo delle Bermuda. Certamente questo vortice ha attirato immensamente l’interesse di Sanderson, sebbene ci fossero anche altre aree molto più trascurate.
Utilizzando l’analisi statistica per raggruppare insieme tutti i dati, riguardanti tutti i diversi luoghi dove si sono verificati questi eventi nel globo, Sanderson è stato in grado di derivare 12 punti comuni di avvenimenti anomali sulla Terra. Sorprendentemente, questi dodici punti erano tutti egualmente ed armonicamentedistanziati gli uni dagli altri! Gli effetti di questi “vortici vili”, come li ha chiamati lui, comprendevano non solo
sparizioni ma a quanto pare anche eventi di distorsione temporale. Molti di questi sono stati registrati in libri come il The Bermuda Triangle di Charles Berlitz, ma Sanderson ha trovato prove di questi disturbi spazio-temporali anche in altri vortici, non solo nelle Bermuda.
Per esempio, uno dei vortici di Sanderson è localizzato vicino alle Hawaii. Sanderson ha trovato il rapporto di un pilota, in volo con passeggeri molto vicino a questa zona, che ha improvvisamente perso tutti gli strumenti e le comunicazioni radio. Questa viene chiamata “zona morta”, o “volo cieco” senza alcuna possibilità di usare la radio per chiedere aiuto o per determinare altitudine, posizione, eccetera, eccetto la navigazione a vista. Il pilota ha continuato a volare in questa “zona morta” per circa 350 miglia, senza essere in grado di parlare via radio con nessuno; chissà dove, per un periodo di circa mezz’ora/un’ora, a seconda della velocità. Alla fine, questa bizzarra esperienza è terminata, ed il pilota era sollevato dal fatto di essere di nuovo in grado di mettersi in contatto con la torre. Possiamo immaginare il panico e lo stupore nella sua voce, così vicino al pericolo e chiedendosi che diavolo fosse successo.
Quello che è stato tanto sorprendente e inaspettato è stato che secondo gli ufficiali della torre, non era affatto trascorso tempo tra i suoi contatti radio! In altre parole, un momento stava parlando loro normalmente, e dieci secondi dopo era nel panico, dicendo loro che aveva volato per 350 miglia senza strumentazione! Per quanto sorprendente debba sembrare per il nostro “senso comune”, tutti i passeggeri a bordo del velivolo devono essere passati ad una frequenza dimensionale superiore, in cui non erano influenzati dal tempo. La causa di questo effetto era l’energia iperdimensionale imbrigliata dal “vortice vile” attraverso cui hanno volato. A questo punto, il lettore non dovrebbe essere sorpreso quando riaffermiamo che i dodici vortici simmetricamente distanziati di Sanderson disegnano effettivamente uno dei Solidi Platonici, ovvero l’icosaedro. Questo viene indicato nell’immagine seguente tratta dal libro di Nicholas R. Nelson Paradox (Dorrance & Co., Ardmore, Pennsylvania 1980), ristampata nel libro di David Hatcher Childress, Anti-Gravity and the World Grid (Adventures Unlimited Press, Box 74, Kempton, Illinois 60946: 1987, 1995.)
(Abbiamo alterato digitalmente l’immagine per preservarne la semplicità in questo piccolo formato.)
La popolare opera di Sanderson ha certamente messo in moto l’interesse di tutto il mondo. Il problema è stato rapidamente raccolto e affrontato da un gruppo di tre scienziati russi: Nikolai Goncharov, uno storico moscovita, Vyacheslav Morozov, un ingegnere edile e Valery Makarov, uno specialista di elettronica. Questi tre scienziati hanno lavorato direttamente sulla ricerca di Sanderson, e i dodici punti dell’icosaedro sono stati posizionati quasi esattamente negli stessi luoghi. Ma questi scienziati hanno anche aggiunto altri 50 punti, sovrapponendo alla Griglia anche un dodecaedro. I loro risultati hanno prodotto la mappa seguente, stampata per la prima volta nel popolare giornale scientifico Sovietico Khimivai Zhizn (ovvero Chimica e Vita), riprodotta in Anti-Gravity and the World Grid:
Questi tre scienziati hanno sfruttato la combinazione dei loro talenti per determinare questa “matrice di energia cosmica” che circonda la Terra. Con questa nuova formulazione della Griglia Globale, Becker ed Hagens scrivono:
“Queste nuove linee e punti, insieme a quelli di Sanderson, ora combaciano con la maggior parte delle zone di frattura sismica della Terra e con le linee delle creste oceaniche così come
con gli alti e bassi dell’atmosfera mondiale, con le rotte migratorie degli animali, con le anomalie gravitazionali, ed anche con i siti delle città antiche”.
L’attenzione di Becker e Hagens è stata attirata da questa ricerca attraverso il lavoro di Chris Bird, che ha scritto un articolo sulla “Griglia Planetaria” sul New Age Journal di Maggio 1975. Essi erano così sopraffatti da queste nuove informazioni che finirono per organizzare un incontro con lui per discuterne il lavoro. Subito dopo, hanno “completato” la Griglia, rendendola compatibile con tutti i Solidi Platonici, inserendo una
creazione tratta dall’opera di Buckminster Fuller. Nella citazione seguente, spiegano in termini precisi cosa esattamente abbiano fatto:
“Noi proponiamo che la mappa della griglia planetaria evidenziata dal team russo Goncharov, Morozov e Makarov sia essenzialmente corretta, con la sua organizzazione generale ancorata ai poli assiali nord e sud ed alla Grande Piramide di Gizeh. La mappa russa, tuttavia, manca di completezza, secondo noi, che può essere raggiunta con la sovrapposizione di un complesso poliedro sferico, derivato dall’icosaedro, sviluppato da R. Buckminster Fuller. Nel suo libro Synergetics 2, egli la definisce la “Composizione dei Gruppi del Grande Cercio dell’Icosaedro Primario e Secondario.”
Noi lo abbiamo abbreviato in Sfera 120 dell’Unified Vector Geometry (UVG)… Usiamo il numero 120 per via della sua facile comprensione in quanto poliedro sferico con 120 triangoli identici – tutti approssimativamente della composizione di 30°, 60° e 90°.” Ed ora, il momento che tutti noi aspettavamo: la griglia Becker/Hagens, che ha finalmente “craccato il codice”
delle posizioni dei Solidi Platonici sulla Terra. Tra poco, dovreste essere in grado di vedere le sorprendenti corrispondenze della Griglia con la forma fisica dei continenti, tra le altre cose.
Quando si ristampa questa foto bisogna riportare i seguenti crediti:
Il Sistema di Griglia Planetaria mostrato è stato ispirato da un articolo originale di Christopher Bird, “Griglia Planetaria”, pubblicato sul New Age Journal n°5, Maggio 1975, pp.36-41. La griglia ad “icosaedro esakis”, i calcoli delle coordinate, ed il sistema di classificazione dei punti sono ricerca originale di Bethe Hagens e William S. Becker. Questi materiali sono distribuiti, con il permesso degli autori, dalla Conservative Technology Intl. in cooperazione con la Governors State University, Divisione degli Studi Interculturali, University Park, Illinois 60466 312/534-5000 x2455. Questa mappa può essere riprodotta se distribuita senza costi e con il consenso della Governors State University e di Mr. Bird.
Diventa immediatamente ovvio come a tutti gli effetti questa Griglia controlli il posizionamento delle masse continentali sulla Terra. I nostri esempi preferiti, entrambi i quali combinano “nodi” e linee di forza, sono il Sud America e l’Australia. Nella figura che segue, possiamo vedere chiaramente il dettaglio che rivela la precisione della strutturazione della Terra che avviene per via di questa interazione di forze della Griglia:
Quindi dovrebbe essere visibile per “chi ha occhi per vedere” che la Griglia Globale sta ovviamente dando forma a queste strutture continentali. Se si osserva il Sud America, per esempio, si può vedere l’effetto estremamente ovvio di questo specifico “triangolo della griglia”, nel dare letteralmente forma al continente intorno a sè. Osservando il vertice più a sud del Sud America, si può vedere come la forza del nodo numero 58 spinga la terra lontano dalla sua normale tendenza verso sud e lo spinga invece verso est. Poi, se si osserva il nodo 49, a metà della Costa Est del Sud America vicino a Rio de Janeiro, si può chiaramente osservare come la forza del nodo abbia spinto la terra del continente a creare una forma rotondeggiante.
Osservando poi l’Australia, si può chiaramente vedere come l’intero continente, e specialmente il lato nordoccidentale, si formi con estrema precisione all’interno delle forze traenti di quest’area della Griglia Globale. Se si osserva il centro esatto del nord dell’Australia sul punto 27, si vede un “punto nodale” circolare che dispone la terra intorno a sè e forma il Golfo di Carpenteria. Ancora una volta, i nodi stessi hanno modellato la terra in “vortici” circolari, respingendo la massa continentale e in questo caso, dando forma anche al profilo dell’isola direttamente sopra l’Australia. Queste forme circolari, come continueremo a vedere, sono visibili sistematicamente in relazione alla Griglia Globale. Le abbiamo viste in Egitto, nel capitolo riguardante Carl Munck, dare forma alla linea costiera del fiume Nilo nel Mediterraneo.
Inoltre, il nodo 44 è allineato precisamente con il fondo dell’Antartide, e vediamo come il bordo penda alla sua destra o alla sua sinistra. Secondo Richard Lefors Clark, questa è la configurazione energetica a papillon, che lui definisce “vortice di energia diamagnetica”, che si evidenzia nella massa continentale Australiana. Esamineremo come una forma simile possa essere modellata dalle energie curve spiraliformi che compongono
la griglia sottostante. Clark ci mostra anche che il Golfo del Messico segue questa stessa organizzazione energetica ricurva, così come le due linee costiere del continente statunitense.
Poi, osserviamo l’Africa, e vediamo l’azione combinata di due triangoli più grandi, uno col punto rivolto in basso nel continente africano e il suo vicino rivolto verso l’alto, che circonda l’Oceano Indiano.
Il triangolo rivolto verso il basso descrive certamente bene l’Africa, e la terra extra sul lato occidentale può essere spiegata dalla pressione proveniente dalla cresta MesoAtlantica, che è quasi esattamente la stessa della linea atlantica della griglia formata dai punti 10, 19, 37, 38 e 50. Le coste orientali dell’Africa e dell’Arabia Saudita seguono il lato orientale del triangolo, sulla linea della griglia tra i punti 41 e 12.
Possiamo vedere anche come il punto nodale 22 prema delicatamente sulla costa est dell’Africa, causando sul suo tracciato un ritiro verso l’interno e modellando il bacino Somalo. Possiamo anche presumere che le “fratture” che separano l’Africa e l’Arabia Saudita siano state causate dall’espansione della Griglia, costringendo prepotentemente la terra ad allinearvisi. La “frattura” immediatamente a sinistra del punto 12 segue esattamente la linea della griglia. Ed infine, si può chiaramente vedere come il triangolo col punto rivolto in alto si ritagli lo spazio proprio in mezzo alla terra, con la costa africana a definirne il lato sinistro e la costa indiana a definirne quello destro.
Nell’illustrazione qua sopra, possiamo vedere come il punto 21, nel centro del continente africano, lavori con il suo partner in alto a sinistra, il punto 20, per fornire la struttura per il vortice d’energia a papillon che ha modellato la costa nord-ovest dell’Africa. Il punto 20 è l’unico “vortice vile” che si trovi significativamente sulla terra ferma; il 41, vicino al Sud Africa, e il 42, vicino all’India, sono gli unici altri punti che toccano terra! Questo è dovuto probabilmente all’incredibile forza che posseggono, che sembra respingere la terra ferma. Possiamo vedere come la costa nord-ovest dell’Africa sia effettivamente molto circolare, ed il punto 20 si trova direttamente nel centro di questo papillon di energia.
Di nuovo, vediamo il “vortice di energia diamagnetica” a forma di papillon del dott. Lefors Clark che forma la terra in una curva. Possiamo anche vedere la stessa formazione ricurva creata dalla costa est dell’India e dalla costa ovest dell’area asiatica della Cina/Corea/Vietnam. Il vortice è equilibrato fra i punti 24 e 13. Teniamo a mente che queste lisce curve illustrano la natura spiraliforme delle superstringhe che compongono questi campi di energia geometrica, qui espresse come linee spiraliformi di forza magnetica.
Ricordiamoci che il principale esempio di Clark di questa energia a papillon è quella che avviene nell’area del Triangolo delle Bermuda, col suo polo opposto che forma la costa orientale del Messico. Secondo il dott. Clark, il punto al centro del “papillon” diviene una zona magneticamente nulla, a gravità zero, quando appropriatamente innescata dalle giuste posizioni geometriche del Sole, della Luna e dei Pianeti rispetto alla Terra. In quei momenti di congiunzione, c’è una “emorragia iperdimensionale” e poi si hanno dilatazioni del tempo, sparizioni, perdita di gravità, levitazione ed altri fenomeni del genere.
Nelle prossime tre immagini, le formazioni circolari di energia della griglia che circondano la costa est della Cina e della zona circostante sono facilmente visibili.
Così, possiamo vedere che quando si sa cosa cercare, e si ha la mappa della Griglia, queste formazioni non possono rimanere nascoste. Nella figura numero 1, abbiamo la nostra mappa rettificata della griglia della Cina come termine di paragone. Nella figura 2 ci sono tre vortici circolari. Abbiamo già parlato del vortice in basso a sinistra in India e Cina. Quindi, il vortice in centro dà forma alla Costa Est della Cina, basata ed emanata dal punto 13. Il vortice superiore, nonché il più grande, in figura 2 modella l’intero arcipelago Russo e Giapponese, ed è centrato e si emana dal punto 4.
Infine, nella figura numero 3 abbiamo un vortice incentrato nel “vortice vile” di Sanderson vicino al Giappone, il “Mare del Diavolo”, qui elencato come punto 14. Questo vortice è “equalizzato” dai punti 25 e 26, entrambi i quali sono equidistanti dal bordo del cerchio. E ovviamente, le Filippine tracciano precisamente la parte in basso a sinistra del cerchio stesso. Questo ovviamente deve essere un vortice molto forte per essere in grado di dare forma alla terra delle Filippine dalla distanza da cui si trova. Secondo Becker e Hagens, Un’altra area di continue sparizioni e misteriose distorsioni temporali è il Mare del Diavolo
localizzato ad est del Giappone tra Iwo Jima e Marcus Island. Qui gli eventi sono diventati tanto sinistri che il governo Giapponese ha ufficialmente definito l’area come una “danger zone”.
Quest’area era sufficientemente significativa per l’opera dell’autore del Bermuda Triangle, Charles Berlitz, da fargli scrivere un intero libro dedicato ad essa ed al “quadro generale” intitolato The Devil’s Triangle. Sta diventando sempre più chiaro che le nostre forme geometriche, espresse come unità di coscienza espanse su scala planetaria, sono molto più che astratti concetti di fisica teorica. Quelli che abbiamo qui sono fenomeni diretti, quantificabili e misurabili, e questi schemi di Griglia basati sulla geometria semplicemente sono la più semplice, e pertanto migliore soluzione del problema.
Se il lettore desiderasse vedere di più delle connessioni tra la griglia Becker/Hagens e le masse continentali, osservi semplicemente la mappa per un po’ e queste cominceranno a saltar fuori da sole. Il lettore ricorderà che nei capitoli precedenti, abbiamo mostrato le “fasce della griglia” sulla Terra e come i loro effetti abbiano dato forma all’Anello del Fuoco, al flusso del Fiume Nilo, al “punto nodale” della costa settentrionale dell’Egitto incentrata a Giza, ed alla struttura verticale della Penisola dello Yucatan. Ora, con ‘l’intera mappa della griglia Becker/Hagens, possiamo vedere molto di più dall’effetto di queste linee rette longitudinali.
Come esempio, riferendoci ancora alla mappa principale, il lettore può chiaramente vedere che l’intero lato orientale della Baia di Hudson in Canada segue precisamente la linea che va dal punto 18 in Florida al 9 nella Baia al 61 al Polo Nord. Inoltre, tutta l’Inghilterra sta precisamente nella linea creata dal punto 20 in Africa, attraverso il punto 11 in Inghilterra fino al punto 61 al Polo Nord. Così, ci sono una varietà di modi per vedere all’opera questa energia sulla Terra. Si può iniziare a visualizzare questa energia della Griglia come una rete viva di “cavi” strettamente tesi su un sottile palloncino. Per noi è ovvio che quelli che noi pensavamo essere continenti posizionati casualmente in realtà si stanno conformando a questa enorme energia.
Se guardiamo ai diversi diagrammi di come queste energie geometriche si manifestano sulla Terra, possiamo farci davvero un’idea delle immense forze coinvolte in questa Griglia. Sappiamo anche che la gravità non è l’unica espressione di queste forze, in quanto può essere dimostrato che hanno profondi effetti sulla coscienza umana. Becker/Hagens spiegano anche come questi punti della Griglia sembrino attrarre grandi centri di popolazione. Abbiamo mostrato come una piramide sia una struttura fisica cristallina costruita per essere identica alla nostra frequenza nativa dell’ottaedro, col proposito di imbrigliare energia. La lettura di Wilcock nel capitolo 17 ci ha detto che anche la forma circolare di opere in pietra come Stonhenge e le creazioni dei “Costruttori di Mound” in Florida lavorano per armonizzarsi con questa energia spiroidale ascendente della Terra.
Tornando ancora alla nostra discussione sulle informazioni del dott. Clark, possiamo tornare ad osservare il continente sudamericano. Non solo sta perfettamente all’interno del nostro “Triangolo della Griglia”, ma possiamo vedere ancora un altro esempio di questa energia circolare a forma di papillon all’opera nella reale forma del continente stesso. Questo “papillon” è quasi centrato all’interno del diamante formato dai punti 18, 35, 37 e 49. Abbiamo già visto il “vortice vile” africano dare forma ad un “papillon” altrettanto grande nei diagrammi precedenti. Lo scostamento del continente sudamericano dal centro preciso di
questo “diamante” può essere di nuovo imputato alla spinta della Cresta Meso-Atlantica, che segue le linee della Griglia Globale con precisione impressionante.
Riguardando la mappa di Becker/Hagens, ci viene piuttosto facile vedere come questa linea demarchi chiaramente la separazione tra i continenti, proprio come la Cresta Meso-Atlantica è il punto d’espansione tra le due placche continentali.
Abbiamo appena esaminato le formazioni circolari di energia provocate dalla Griglia nell’area asiatica dell’Oceano Pacifico. E qui, possiamo vedere quello che accade quando disegnamo un “grande cerchio” ancora più grande, basandoci strettamente sulle formazioni insulari nell’area Filippina del Pacifico Asiatico. Qui possiamo vedere che è chiaramente visibile un campo gravitazionale ellittico quando si posiziona il centro direttamente nel nodo 15. Se usiamo un qualsiasi programma di editing grafico ed “estraiamo” un’ellisse utilizzando il punto 15 come centro, possiamo effettivamente allinearlo precisamente alle formazioni insulari all’estremo ovest del nostro diagramma. Possiamo provare altri punti oltre al 15 come centri, ma l’ellisse non combacerà mai tanto precisamente come in quel punto.
Immediatamente, dovremmo vedere che questo grandissimo vortice d’energia pare essere la più chiara controparte per la Griglia dell’Anello di Fuoco, che è un anello di vulcani e attività tettoniche che circondano l’Oceano Pacifico. Se guardiamo attentamente quest’anello della griglia, possiamo vedere come rappresenti la perfetta fusione fra i continenti e la Griglia Globale. Procedendo in senso orario dalle ore 12:00, l’anello toccherà perfettamente un “quadrato” di punti della griglia, ovvero il 7, 31, 27 e 5. (Il punto nodale 27, vicino all’Australia, è l’unico che non viene toccato esattamente, e questo è probabilmente dovuto alle distorsioni nella proiezione della mappa.)
Possiamo anche vedere come quest’ellisse sia ben definita dai punti 14 e 16, di nuovo potenti “vortici vili” di Sanderson, i punti dell’icosaedro. Abbiamo già visto come la forza gravitazionale di questi “vortici” sia stata in grado di modellare l’intera metà occidentale dell’Africa in un elegante forma circolare. Ora, stiamo osservando due di questi vortici lavorare insieme per creare una forma ancora più grande. L’anello forma parte della Costa Est della Cina, così come buona parte della linea costiera superiore della Russia intorno al nodo 5. Definisce anche parte della linea costiera meridionale dell’Alaska.
Forse la cosa più interessante di tutte è che la combinazione di forze che si dimostrano in questa mappa appaiono molto simili ad una formazione di natura microscopica. Date un’altra occhiata e la vedrete… La Mitosi Cellulare! Possiamo certamente vedere come Madre Terra stia rivelando tutti i Suoi segreti, proprio davanti ai nostri occhi, se solo comprendessimo la Sua Griglia. I punti della griglia 14 e 16 sarebbero simili ai due poli della cellula che si divide. Le linee della griglia ci danno un ritratto semplificato delle “fibre fusali” che formano la mitosi cellulare. Il vero anello di energia che si crea forma un preciso analogo della membrana nucleare della cellula, mentre continua il suo processo ellittico espansivo di divisione.
Se questo è interessante lo diventa ancor di più quando guardiamo la pagina 31 del libro di Robert Lawlor Sacred Geometry. Lì, vi è stampato un diagramma che mostra gli otto stadi della mitosi cellulare. Otto è il numero dell’ottava, quindi ecco la citazione di Lawlor:
Da una cellula a due c’è un ciclo di trasformazione, in otto fasi con sette intervalli, analogo all’ottava musicale. Il Sette simbolizza tale ciclo; il mese lunare, un perfetto esempio di fasi graduate all’interno di un processo continuo, è dominato dal sette e dai suoi multipli… Lo schema funzionale del sistema nervoso umano è anch’esso diviso in sette parti…
In altre parole, possiamo vedere ancora una volta un’analogia molto diretta con l’ “unità di coscienza” nella cellula; un processo di divisione con otto stadi in sette intervalli. Anche il sistema nervoso umano, come spiega Lawlor nel suo libro, ci mostra questa struttura in ottava. Ora, possiamo vedere la controparte della Griglia per questo, che avviene attraverso la geometria iperdimensionale che è basata sull’ottava.
Quindi, vi starete chiedendo, cosa significa tutto questo? Perché è importante se c’è uno schema ad ottava nella mitosi cellulare o nel sistema nervoso umano? Possiamo riguardare i capitoli precedenti e vedere tutte le prove. Fonti come le Letture di Cayce ed il Ra Material ci dicono che viviamo in un universo a otto dimensioni basato sull’ottava. Abbiamo poi osservato il mondo della moderna e rivoluzionaria “teoria delle superstringhe” e scoperto che con un leggero adattamento, hanno scoperto entrambi la stessa cosa. Le “funzioni modulari” di ispirazione divina di Srinivasa Ramanujan sono tutte basate sull’ottava.
Abbiamo citato numerose opere spirituali che ci dicono che l’Uno ha avuto origine come Pura Luce Bianca, e si è frammentato nell’ottava o spettro di frequenze o dimensioni. Ogni intervallo discreto rappresentava un diverso aspetto di questa Interezza. Sappiamo fondamentalmente per intuizione, così come da fonti come il Ra Material, che la Natura ci fornirà metafore fisiche per spiegare il metafisico. Osservate la struttura della
conchiglia marina e la sua rappresentazione della spirale φ, per esempio. Anche nel libro di Lawlor Sacred Geometry, possiamo vedere numerosi esempi di Scienziati Rinascimentali che evidenziano chiare relazioni tra questi rapporti armonici e le proporzioni del corpo umano. Continuando ad esplorare questi argomenti, possiamo vedere davvero quale trascendentale significato abbia in realtà il corpo umano, nel proprio disegno.
O, come si usa dire, “L’Uomo è la misura di tutte le cose.”
Ora possiamo vedere che la divisione cellulare è un altro esempio naturale di questi sacri principi matematici basati sull’ottava che si manifestano nell’universo fisico. La cellula originale rappresenta la sfera, o la prima nota dell’ottava. Ci sono sette stadi, o frequenze, che provocano la formazione della divisione cellulare. Poi, allo stadio finale, l’ottavo, abbiamo ormai due cellule, e la divisione è completa: è emersa di nuovo la forma
originale, solo che ora ha prodotto una copia precisa di se stessa.
Questo è simile anche alla struttura ad ottava dell’atomo, in cui ogni elettrone rilasciato spinge l’atomo attraverso diversi stadi di isotopo. Una volta infranta la soglia dell’ “ottava”, l’atomo si trasforma nell’elemento successivo della Tavola Periodica. In altre parole, questo processo di espansione energetica, che emerge dal cuore centrale, o nucleo, o Sole, produce un’evoluzione nella vera forma della sua intera struttura. Questo è il modo in cui operano le unità di coscienza, siano esse a scala sub-microscopica, atomica, cellulare, planetaria o addirittura del Sistema Solare.
Sappiamo che anche il sistema della geometria delle CU è armonico e basato sull’ottava, e così vediamo emergere le forme Platoniche nei minerali, nelle organizzazioni cellulari di un zigote in via di sviluppo, e nelle stesse griglie planetarie. Questi numeri si manifestano quando misuriamo le vibrazioni delle frequenze sonore nell’aria. Pertanto, quando nei prossimi capitoli vedremo questi stessi numeri di frequenza per le CU che compaiono nel Grande Ciclo delle Macchie Solari, possiamo vedere che nel nostro Sistema Solare avviene una divisione ed una crescita simile in quanto parte di questo fondamentale, interconnesso sistema di energie.
Questa, ancora una volta, è un’altra ragione per guardare perché qui sulla Terra ci stiamo dirigendo tanto velocemente verso un salto dimensionale spontaneo, ovvero il Più Grande Momento di Tutti i Tempi.

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