Gli esseri umani vivono aggrappati ciascuno alla propria conoscenza e alla propria rappresentazione del mondo e questo chiamano "realtà"... però i concetti stessi di "conoscenza" e "rappresentazione" sono quanto mai labili e ambigui... nessuno può essere sicuro che ciò che chiama realtà non sia solo una illusione. In fondo, non è forse vero che le persone vivono immerse nel torpore dei propri preconcetti?

martedì 1 maggio 2012

Dossier H.A.A.R.P Completo



Haarp è un programma di ricerca nato per studiare le proprietà della ionosfera e le avanzate tecnologie nelle comunicazioni radio applicabili nel campo della difesa. Il termine HAARP indica l’acronimo di High-frequency Active Auroral Research Project: Programma di Ricerca Aurorale Attivo ad Alta frequenza. E’ un progetto del Dipartimento della Difesa Statunitense (DoD), coordinato dalla Marina e dall’Aviazione e considerato il nucleo del programma “Guerre Stellari” avviato sotto le amministrazioni Regan–Bush negli anni ’80. HAARP ha sede a Gakona, Alaska, ed è costituito fondamentalmente da 180 piloni di alluminio alti 22 metri. Su ogni pilone sono state installate doppie antenne a dipoli incrociati, una coppia per la banda bassa l’altra per la banda alta, in grado di trasmettere onde ad alta frequenza fino ad una distanza di 350 km grazie alla loro potenza. Queste onde sarebbero indirizzabili verso zone strategiche del pianeta, sia atmosferiche che terrestri.
Ufficialmente lo scopo del centro di ricerche HAARP è quello di studiare le proprietà di risonanza della Terra e dell’atmosfera: gli stessi fenomeni studiati da Nikola Tesla cento anni prima in Colorado. Secondo il  sito ufficiale, HAARP può essere utilizzato “per provocare un cambiamento nella temperatura della ionosfera minimo e localizzato, cosicché le risultanti reazioni fisiche possano essere studiate da altri strumenti piazzati nello stesso sito o nei pressi di HAARP”. La federazione Scienziati Americani ha ammesso un uso militare di HAARP solo per scopi di ricognizione e non distruttivi. Modulando i segnali in frequenze bassissime, cioè onde ELF o VLF, si potrebbe “vedere ciò che succede nel sottosuolo, individuando bunker, silos di missili, e altre installazioni sotterranee di Stati avversi”. Quindi, ufficialmente, gli scopi di HAARP sono: lo studio della ionosfera (essendo composta da particelle cariche, ioni, possiede la proprietà di riflettere verso terra le onde hertziane) per migliorare le telecomunicazioni; lo sviluppo di nuove tecniche radar, che permettano agevoli comunicazioni con i sottomarini e rendano possibili radiografie di terreni, in modo da rilevare armi od attrezzature a decine di km di profondità.
Nello specifico, secondo le dichiarate applicazioni militari, con il sistema HAARP si potrebbe:



-     Fornire uno strumento per sostituire l’effetto dell’impulso elettromagnetico dei dispositivi atmosferici termonucleari (ancora considerati un’opzione realizzabile dai militari da almeno il 1986).


-   Sostituire le frequenze estremamente corte (ELF: Extremely Low Frequency) delle comunicazioni sottomarine operative con una nuova e più compatta tecnologia caratterizzata da un  gruppo di comunicazioni su un canale a bassissima frequenza per le lunghe distanze e per le applicazioni sotto acqua.


-    Modificare anche su zone lontane le condizioni climatiche e gli agenti atmosferici   in modo tale da facilitare le operazioni militari.


-    Attivare a distanza un gran numero di esplosioni elettromagnetiche, non-nucleari, indirizzate verso un target. (Armamenti EMP).


-    Gestire aerei a distanza, governati e potenziati dai trasmettitori HAARP. Un test del genere è stato fatto già ai tempi della APTI che mantenne il controllo di un velivolo di sorveglianza per 10,000 ore ad un’altitudine di 80,000 piedi .


-    Sostituire il sistema radar “over-the-horizon”, che è stato progettato per la postazione corrente di HAARP, con un sistema più accurato e flessibile.


-    Fornire un metodo per eliminare le comunicazioni sopra una zona estremamente grande, mantenendo attivo il funzionamento dei sistemi di comunicazione militari controllati da HAAARP.


-    Controllare i radar sotterranei per identificare strutture sotterranee e la loro resistenza alle armi utilizzando l’esame tomografico che penetra la crosta terrestre e che, se unito alle abilità di calcolo di EMASS e dei computers Cray, permetterebbe l’identificazione di armi nucleari a distanza. Se le antenne sono propriamente sintonizzate e indirizzate, da un qualunque punto del pianeta è possibile far rimbalzare onde sull’atmosfera e dirigerle a distanza verso un altro punto della Terra.


-    Rilevare oggetti che si muovono nell’aria (ad esempio aerei e missili Cruise a basse quote) e determinare quali sono armati e quali sono innocui, rendendo così le altre tecnologie obsolete.


-    Effettuare un  sondaggio geofisico per trovare petrolio, gas e giacimenti minerari su una vasta zona.


Apparentemente, quindi, HAARP è un innocuo centro di ricerche con potenzialità applicabili nella difesa nazionale. Tuttavia, tutti gli usi possibili di HAARP non dichiarati (che possono essere messi in pratica nei diversi campi militari: aeronautica, esercito, marina, ecc.), sono allarmanti. Dietro HAARP potrebbe celarsi la sperimentazione di una tecnologia avanzata di irradiamento a radio-onde. Una tecnologia simile sarebbe in grado di alzare e scaldare vaste zone della ionosfera immettendo elevate quantità di energia; far rimbalzare onde elettromagnetiche, capaci di penetrare qualsiasi cosa vivente e/o morta, indietro su determinate località della Terra. Questo tipo di stimolazione causerebbe modificazioni molecolari della ionosfera, le quali porterebbero a devastanti conseguenze sul clima delle regioni colpite. In poche parole, HAARP, essendo in grado di provocare intenzionali cambiamenti climatici, potrebbe essere utilizzato come arma militare. Inoltre, le onde riflesse sulla superficie terrestre, a causa della loro elevata intensità e capacità di penetrazione, sarebbero in grado di manipolare e disgregare i processi mentali umani. Secondo alcuni scienziati, gli effetti dell’uso sconsiderato di questi livelli di energia nella ionosfera, il nostro schermo naturale, potrebbe essere devastante. Iniettando un’ingente quantità di particelle nella ionosfera, è possibile alterare in maniera irrimediabile l’equilibrio protettivo della Terra, causando una caotica instabilità che potrebbe dare inizio ad una catena di effetti collaterali come ad esempio la distruzione totale dello strato di ozono. Ciò che preoccupa maggiormente è dovuto al fatto che si può prevedere con certezza come la Terra potrà reagire a questo eccesso di radiazioni.


Brevetti e Costruzione 



Il progetto HAARP viene avviato nel 1990 dall’Air Force Research Laboratory e dall’Office of Naval Research e viene economicamente sostenuto in maniera congiunta da: aviazione, marina e Agenzia per i Progetti di Ricerca Avanzata del Dipartimento della Difesa (DARPA) statunitensi. La costruzione della stazione di ricerca viene programmata in quattro distinte fasi: DP (Sviluppo del Prototipo), FDP (Full DP), LIRI (Limited IRI) e FIRI (Full IRI). Nel 1993 viene avviata la prima fase (DP) che consiste nel costruire il prototipo del trasmettitore ad alta frequenza costituito da 18 antenne e avente una potenza di 360 kW. Nel 1994 viene eseguita la seconda fase, la FDP, e il numero di antenne installate raggiunge un totale di 48 elementi su un’area di 2 ettari. Nel 1996 viene testato il funzionamento e valutato l’efficacia del sistema e vengono rinnovati i finanziamenti. Nel 1999 la strumentazione viene aggiornata e la potenza dei trasmettitori viene portata da 360 kW a 960 kW. Tra il 2003 e il 2004 l’impianto viene potenziato installando una strumentazione di ricerca ionosferica denominata IRI (Ionospheric Research Instrument) costituita da: una varietà di apparecchiature diagnostiche per condurre ricerche e per valutare i processi fisici che possono essere avviati e controllati nella ionosfera e nello spazio tramite interazioni con onde radio ad alta potenza; trasmettitori in grado di inviare segnali radio ad alta potenza all’interno di un range di frequenza compreso tra i 2.8 MHze i 10 MHz. Le onde radio trasmesse possono occupare un volume conico approssimativamente di 55 Km di diametro e 550 Km di altitudine e possono raggiungere i 3.6 MW di potenza. Nel 2003 si compie la terza fase del progetto (LIRI): vengono aggiunti 132 elementi bipolari IRI su un supporto costituito da un’apparecchiatura di protezione costituita da pali refrigerati passivamente e da uno schermo a terra in rete metallica. Il sistema HAARP è ora composto da 15X12 file di antenne su un’area di 12 ettari. Nel 2004 inizia l’ultima fase della costruzione, la FIRI, nella quale tutte le antenne vengono potenziate con elementi bipolari IRI. Il vecchio supporto viene rimosso e quello nuovo installato sotto tutte le 180 antenne. Inoltre, vengono costruite altre 22 cabine di trasmissione per le nuove 132 antenne e 4 nuovi generatori diesel. Il generatore di potenza che alimenta l’intero sistema HAARP possiede circa 12.5 MW di potenza.


La fase FIRI si è conclusa all’inizio del 2007 e in marzo sono iniziati i test per verificarne il funzionamento.



Alla base del progetto HAARP ci sono una serie di brevetti di Bernard J. Eastlund, fisico texano del MIT di Boston. Negli anni Ottanta, ispirandosi alle scoperte di Nikola Tesla nell’inizio del ’900, Eastlund registra negli Stati Uniti il brevetto n° 4.686.605 denominato “Metodi e apparati per alterare regioni dell’atmosfera terrestre, della ionosfera o della magnetosfera”, a cui seguono altri undici brevetti. Il dispositivo ideato da Eastlund, chiamato riscaldatore ionosferico, è in grado di concentrare e focalizzare la radiazione della radiofrequenza (RFR) in un punto preciso della ionosfera. Questo dispositivo getterebbe una concentrazione di un watt per centimetro cubico nella ionosfera, una quantità senza precedenti se confrontata con altri in grado di trasportare soltanto circa un milionesimo di watt. Secondo le scoperte di Eastlund, quindi, dirigere la potenza di HAARP verso uno specifico punto della ionosfera la farebbe riscaldare al punto da innalzarla fisicamente. In questo modo si verrebbe a creare un rigonfiamento altamente riflettente, definito da lui “effetto lente”, in grado di convogliare i raggi sulla terra con effetti devastanti. La potenza di tali onde sarebbe tale da provocare modificazioni molecolari dell’atmosfera, causando, a seconda delle diverse frequenze: cambiamenti climatici, la possibile disgregazione di processi mentali umani e probabilmente anche effetti sui movimenti tettonici di magnitudine imprecisata. Il brevetto di Eastlund descrive una tecnologia in grado di confondere o interrompere completamente i sofisticati sistemi di guida di missili e di aeroplani. Più precisamente, questa capacità di coprire ampie zone della Terra con onde elettromagnetiche di frequenza variabile e il relativo controllo dei cambiamenti di tali onde, rende possibile la distruzione di comunicazioni via etere.



Il brevetto dice:


“Così, questa invenzione fornisce la capacità di fornire livelli di energia senza precedenti, nell’atmosfera terrestre in aree strategiche, e di mantenere il livello dell’iniezione di potenza specialmente se è impiegato un impulso casuale, in modo molto più preciso e meglio controllato dai sistemi precedenti, specialmente nella detonazione di dispositivi nucleari di vario tipo a diverse altitudini…”


“… è possibile non solo interferire con le comunicazioni di terzi, ma sfruttare uno o più di tali fasci per effettuare una rete di comunicazioni nel caso in cui nel resto del mondo siano interrotte. In altre parole, ciò che viene usato per interrompere le comunicazioni altrui, può essere impiegato da un individuo ben informato su questa invenzione, allo stesso tempo, come rete di comunicazione”.


“… le grandi regioni dell’atmosfera potrebbero essere alzate ad una quota inaspettatamente alta, in modo che i missili incontrino forze di resistenza inattese e non pianificate, con risultante distruzione”.


“La modifica del clima è possibile, per esempio, alterando i modelli del vento nell’alta atmosfera, creando uno o più “piume” di particelle atmosferiche, che fungeranno da obiettivo o dispositivo di focalizzazione. Le modifiche molecolari dell’atmosfera possono avvenire in modo da poter realizzare conseguenze positive sull’ambiente. Oltre a realmente cambiare la composizione molecolare di una regione atmosferica, una particolare molecola o più molecole possono essere scelte per presenza aumentata. Per esempio, nell’atmosfera si è potuto aumentare artificialmente concentrazioni di ozono, azoto, ecc.”.


In altri brevetti viene descritto come realizzare: esplosioni a livello nucleare senza radiazione, sistemi di energia radiante, radar “over the horizon”, sistemi di rilevazione di missili che trasportano testate nucleari, impulsi elettromagnetici precedentemente prodotti da armi termonucleari ed altri trucchi da “Guerre Stellari”.




I brevetti utilizzati per la realizzazione del progetto HAARP appartenevano inizialmente all’APTI, Advanced Power Technologies Incorporated (consociata dell’ARCO, Atlantic Richfield Company, una delle compagnie petrolifere più grandi del mondo), proprietaria di ampie riserve di gas naturale in Alaska. La fase DP del progetto HAARP viene eseguita nel 1992 dalla APTI. Usufruendo dei suoi brevetti, il sistema costituito da 18 antenne viene installato da un’azienda consociata, la BAES (British Aerospace Systems). Le antenne irradiavano lo strato esterno dell’atmosfera usando dei trasmettitori wireless ad alta frequenza. Nel giugno del 1994 ARCO vende l’APTI, i diritti sui brevetti e il contratto della seconda fase di costruzione del sistema di antenne alla E-System, specializzata nella produzione di apparecchiature elettroniche da guerra, sistemi di navigazione e riconoscimento, inclusi “dispositivi di spionaggio tecnologicamente avanzati”.

“[La E-Systems] è una dei maggiori fornitori dei servizi segreti al mondo, lavora per la CIA, per organizzazioni difensive segrete, e simili. Del totale delle vendite annuali ben 1,8 miliardi di dollari provengono da queste organizzazioni, di cui 800 milioni da cosiddetti “progetti neri”  – progetti segreti dei quali neanche il Congresso degli Stati Uniti è a conoscenza”.
(http://www.earthpulse.com/haarp/vandalism.html)

“Questa società ha fornito le apparecchiature per progetti militari come il Doomsday Plan (il sistema che permetterebbe al Presidente di controllare una eventuale guerra nucleare) e l’operazione Desert Storm”. (Princeton Review, www.princetonreview.com/../internshipGenInfo.asp?internshipID=998).

Nel 1994 avviene la seconda fase (FDP) della costruzione: un sistema composto da 48 antenne, con potenza di 960 KW, collegate a trasmettitori wireless, viene installato e completato.

Bernard Eastlund, in un’intervista rilasciata nel 1997, descrisse questo sistema di antenne nella sua fase di completamento come “il più grande impianto di riscaldamento della ionosfera mai costruito”. In altre parole, il sistema composto da 48 antenne, anche quando completamente operativo, non era secondo Eastlund abbastanza potente (nel 1997) “da realizzare il progetto del suo brevetto”. “Ma ci sono quasi”, disse. “È un dispositivo molto potente. Specialmente se riusciranno a portarlo al suo stadio più evoluto”.
(citato in Scott Gilbert, op cit, si veda anche
http://www.emagazine.com/../0197currhaarp.html)
Poco dopo un anno la E-Systems viene comprata dalla Raytheon, il quarto maggiore fornitore dell’esercito statunitense, produttrice dei missili Tomahawk, Stinger (questi spesso finiti nelle mani di paesi “canaglia” e gruppi terroristici”), e dei famigerati Bunker Buster. Le connessioni con il potere sono riassumibili nella figura di Richard Armitage, oggi Vicesegretario di Stato e Viceministro degli Esteri nell’amministrazione Bush. Armitage, già consulente, membro del consiglio d’amministrazione, firmatario e convinto sostenitore del PNAC, risulta anche implicato in molte operazioni segrete della CIA dal Vietnam ad oggi. Nel frattempo la ARCO, che aveva venduto la APTI alla E-Systems, viene a sua volta assorbita dal consorzio petrolifero BP-AMOCO, divenendo parte della più grande compagnia petrolifera mondiale (BP). I dodici brevetti alla base del progetto HAARP si aggiungono a altri migliaia di brevetti della Raytheon. Grazie a questa ricca acquisizione la Raytheon diviene la più grande industria di “apparati elettronici per la difesa” nel mondo. Nel 1994, la Raytheon si è classificata quarantaduesima nella lista “Fortune 500″ delle aziende. È inoltre coinvolta in altre aree relative alle ricerche militari sul clima, comprese le attività della consociata Raytheon Polar Services, che opera nell’Antartide.

Durante l’amministrazione Bush, la BAES, coinvolta nelle prime installazioni agli inizi degli anni ’90, diventa stata il partner principale della Raytheon per la costruzione e lo sviluppo del sistema di antenne IRI. Nel 2003, due mesi prima l’invasione anglo-americana dell’Iraq, il Ministero per la Ricerca della Marina Militare fornisce alla BAES, attraverso la consociata americana BAEAT (BAE Systems Advanced Technologies), il contratto multimilionario dell’appalto. Nell’aprile del 2003 la BAEAT subappalta la produzione e l’installazione delle antenne alla Phazar Corp, un’industria specializzata in antenne wireless tecnologicamente avanzate per uso militare. A luglio del 2004 la Phazar porta a termine la fase LIRI, consegnando e installando 132 trasmettitori a dipolo, comprese le strutture di sostegno per le antenne e i relativi schermi. Il sito raggiunge così il numero di 180 antenne disposte su 15 per 12 file con una potenza totale di 3.6 MW. Oltre all’ampliamento del numero delle antenne, la fase LIRI comprende il collaudo delle attrezzature installate. Il 19 aprile 2004 viene lanciata la fase finale (FIRI) dello sviluppo del sito, che consiste nel dotare tutte le 180 antenne di trasmettitori ad alta frequenza. La BAES appalta alla DRS Technologies, un’industria di apparecchiature ad alta tecnologia per la difesa e i servizi segreti statunitensi, la produzione e l’installazione di trasmettitori radio ad alta frequenza (HF). Se HAARP viene descritto come un “progetto di ricerca”, la produzione di trasmettitori rientra nei progetti del “Gruppo per il comando, il controllo, le comunicazioni, i computer e i servizi segreti” della DRS. Grazie ai contratti con la BAE Systems Information e la Electronic Warfare Systems, la DRS produce e installa “più di 60 trasmettitori duali Modello D616G 10-Kilowatt” da usarsi con le antenne del sistema HAARP. La fase FIRI è stata completata all’inizio del 2007 e a marzo sono iniziati i testi di verifica del sistema IRI completo.

TRATTO DAL SITO UFFICIALE:  http://www.haarp.alaska.edu

La stazione di ricerca HAARP è situata a Gakona, in Alaska. L’installazione comprende un centro operativo di diagnostica e controllo e un sistema di ricerca ionosferica (IRI) costituita da antenne ad alta frequenza (HF) e da diverse strumentazioni. Su un’area di circa 12 ettari sono installate 180 antenne, montate su torrette di alluminio alte circa 22 metri e disposte su 12×15 file. Ogni torretta è sorretta da pali di acciaio che garantiscono una stabilità durevole nel tempo e resistente alla temperature gelide del suolo circostante. Uno schermo a terra in rete metallica, collegato meccanicamente ed elettricamente ad ogni torretta, è posizionato sotto l’intero sistema di antenne ad un’altezza di 4,5 metri dal suolo. Le antenne sono in grado di trasmettere onde a diverse frequenze indirizzate verso determinate zone della ionosfera e della Terra, fino a 350 Km di distanza. Ogni antenna è costituita da un paio di trasmettitori bipolari incrociati, uno per le basse frequenze (2.8-7 MHz) e l’altro per le alte frequenza (7-10 MHz). Ogni torretta ha un proprio armadietto di trasmissione dedicato. Il sistema completo IRI (FIRI) consiste quindi in 180 antenne e 180 armadietti di trasmissione. Ogni armadietto contiene due trasmettitori identici, ognuno dei quali è in grado di produrre una potenza massima in uscita pari a 10 kW. Pertanto, la potenza massima che può essere distribuita da ognuno degli armadietti è di 20 kW. Le antenne sono collegate a 30 cabine di trasmissione. Ogni cabina sostiene 6 antenne poiché contiene 6 armadietti e quindi sei paia di trasmettitori. In questo modo, la potenza disponibile totale dell’intero sistema è di: 30x6x2x10 kW = 3600 kW. Le antenne sono alimentate da 5 generatori da 2500 kW di potenza (4 generatori richiesti per il funzionamento dell’IRI e uno per i pezzi di ricambio) ognuno guidato da motori 3600 hp diesel. La trasmissione di ognuna delle 180 antenne bipolari viene guidata da un sistema di controllo computerizzato del centro operativo.


HAARP in web cam
“This picture was taken: 5/17/2007; 17:11:08 UTC
This is a photograph of the high frequency antenna array at the HAARP Ionospheric Research Observatory in Gakona, Alaska. The photo is taken with an automated camera located in the temporary operation center trailer at the HAARP facility

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Schema della fase FDP (1997): 48 antenne disposte su 6×8; 8 cabine di trasmissione. Ogni cabina contiene 6 armadietti per trasmettitori.

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 Interno di una cabina di trasmissione. La cabina contiene sei armadietti, ognuno dei quali contiene due trasmettitori.



Due trasmettitori in un armadietto 

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Impianto di potenza

Antenne HAARP in dettaglio: le antenne IRI descritte dall’ESI (Environmental Impact Statement).

Il sistema di antenne H.A.A.R.P., anche chiamato IRI (Ionospheric Research Instrument ), consiste in 180 elementi bipolari incrociati organizzati in un modello a griglia di 12 file e di 15 colonne.

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Le antenna a bassa frequenza sono posizionate sopra le antenne ad alta frequenza. Gli elementi sono sostenuti da pilastri di alluminio alti circa 20 metri montati su piloni di acciaio alti circa un 1,5 m da terra e distanti 24 m l’uno dall’altro.

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L’elemento a bassa frequenza misura circa 21 metri di larghezza e si trova a circa 16 metri da terra. E’ in grado di trasmettere 3.2 Mw di energia in una gamma di frequenza compresa tra 2.8 MHz e 7.6 MHz. L’elemento ad alta frequenza è largo circa 17 metri si trova a circa 14 metri da terra. Trasmette 3.2 Mw di energia in un range di frequenza compreso tra 7.3 MHz e 10.0 MHz.

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Le torrette sulle quali sono montate le antenne sono tirati dalla parte superiore e dai punti mediani e ancorati ai piloni base delle altre torrette adiacenti. Uno schermo protettivo ricopre tutta la superficie della griglia, viene tenuto sospeso a 4,5 metri dal suolo e si estende per 12 metri oltre i pali posizionati lungo il perimetro dell’area. Cinquattotto piloni base supplementari sono posizionati intorno al perimetro della griglia per sostenere lo schermo dal suolo per tutta l’estensione e per far in modo che le torri delle antenne rimangano ben ancorate. L’intero sistema di antenne IRI occupa un’area di circa 316×390 metri. Il suolo dove è situato il sistema è protetto da una recinzione ad accesso limitato estesa per un’area totale di 341×415 metri, corrispondneti a circa 14 ettari.
Le antenne sono sostenute da 30 cabine di trasmissione, nelle quali sono alloggiate le apparecchiature di trasmissione utilizzate per alimentare i diversi elementi dell’antenna. Tutte le cabine misurano circa 2,5 m di largezza, 12 m di lunghezza e 3 m di altezza.
(Nelle figure che seguono, per semplicità è raffigurata soltanto una metà dei dipoli incrociati.)

Composizione di un’antenna.


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Ogni antenna di HAARP consiste in 4 antenne selezionabili e bipolari (due sono mostrate in figura) con allineamento nord-sud e est-ovest. I dipoli sono montati su una torretta di alluminio alta 22 metri che è sorretta alla base da un palo refrigerato passivamente (o termo-palo) per una stabilità sicura e durevole nel tempo dalle temperature gelide del suolo circostante. Un filo a maglia, riparato dal terreno, è collegato meccanicamente ed elettricamente alla torretta ad un’altezza di 4,5 metri dal suolo.

Il dipolo a banda bassa

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Il sistema HAARP IRI funziona alle frequenze che comprendono una vasta gamma normalmente possibile con un cavo semplice o un dipolo tubolare. Di conseguenza, è stato necessario “ingrandire” gli elementi del dipolo con l’uso di una gabbia di fili. Usando questo metodo, la larghezza di banda dei dipoli può essere aumentata significativamente. Il grande diametro ben visibile nelle fotografie dell’intero sistema di antenne è dovuto ai  tubi di alluminio orizzontali, i quali rappresentano soltanto le parti superiori dei dipoli a banda bassa che funzionano efficacemente nel range di frequenza 2.8 – 7.6 MHz.L’elemento della banda bassa è fissato alla torretta ad un’altezza di 38 piedi sopra lo schermo a terra.

Il dipolo a banda alta

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Per le frequenze tra 7.6 – 10 Mhz, i dipoli della banda alta sono selezionati per mezzo degli interruttori contenuti nelle scatole del balun (gli armadietti all’interni delle cabine di trasmissione). I dipoli a banda alta sono fisicamente più semplici dei dipoli a banda bassa: sono costruiti interamente con cavi di alluminio che li rendono meno visibili nelle fotografie dell’intero sistema di antenne. I dipoli a banda larga sono sostenuti meccanicamente (usando corde isolate del tipo Kevlar) dal grande diametro superiore del tubo di alluminio che fa parte del dipolo a banda bassa ed è fissato alla torretta a 8,5 m sopra lo schermo a terra.

Matching Networks e Balun

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Le unità di corrispondenza dell’antenna (Antenna Matching Units, “AMU” nella figura) sono usate per migliorare ulteriormente l’impedenza a banda larga dell’input degli elementi del dipolo. Ci sono due AMU per dipolo e sono montati sulla torretta appena sopra il punto in cui il dipolo stesso è fissato. Ogni due insiemi di dipoli (alta e bassa banda, per esempio nord-sud) è alimentato attraverso un balun (una cabina di trasmissione) per convertire la linea (non bilanciata) di trasmissione coassiale dai trasmettitori all’input bilanciato dell’antenna. La struttura completa dell’antenna è sostenuta tramite corde isolate del tipo di Kevlar, fissate dalla parte superiore della torretta ai tubi di alluminio. Brillanti e colorate “bird balls” (“B”) sono fissate alle corde per far si che gli uccelli non si posino sulla struttura. Uno schermo a terra di rete metallica (“GS”) è posizionato sotto l’intero sistema di antennead un’altezza di 4,5 metri dal suolo. È fissato ad ogni torretta attraverso collegamenti meccanici ed elettrici separati.

Collegamenti con Tesla

“Mi chiamarono pazzo nel 1896 quando annunciai la scoperta di raggi cosmici. Ripetutamente si presero gioco di me e poi, anni dopo, hanno visto che avevo ragione. 
Ora presumo che la storia si ripeterà quando affermo che ho scoperto una fonte di energia finora sconosciuta, un’ energia senza limiti, che può essere incanalata.”

La storia di Nikola Tesla, antenna di successo, raccontata da Lino D’Amore

“Posso riassumere ciò che ho visto con una sola parola: disequilibrio. Esaminando lo stile di vita del campione di uomo cui sono stato dietro, sembra che l’umanità odierna non si renda conto, o faccia finta di non rendersi conto che i malesseri di cui soffre derivano proprio dalle cattive abitudini di vita. L’ho pedinato giorno e notte: per la maggior parte della giornata vive a contatto con campi elettromagnetici, dei quali non so se conosce la dannosità. Il nostro uomo lavora in un ufficio 8 ore al giorno, sta incollato davanti al computer, o meglio, al monitor. La sera, sta davanti alla televisione… si vede che non è contento di essere a contatto con i campi elettromagnetici durante la giornata. Per non parlare poi del tempo che passa parlando al cellulare.”

“E non ho finito. Si fuma un pacchetto di sigarette al giorno, può darsi che abbia una sorta di amore per quel metallo tossico per l’organismo umano… mi sfugge il nome…”

“Cadmio.” Rispose l’altro.

” C’è poi la ciliegina sulla torta. Vive in palazzi costruiti in cemento armato, che impedisce ai loro organismi biologici di avere dei contatti con noi. Del resto, con quei comportamenti di cui ti ho appena parlato, sembra che la propria benessere non gli stia molto a cuore”.

“Già. Il quadro che mi delinei me lo aspettavo. Sembra che l’uomo si sia dimenticato che avrebbe il proprio benessere sott’occhio, dal momento che noi permeiamo tutto l’universo. Si sono proprio dimenticati delle messaggio di Nikola Tesla. Oggi l’uomo vive in una condizione di disarmonia nelle relazioni con i propri simili, viste le guerre e i conflitti attuali, e in una condizione di disequilibrio all’interno del proprio organismo, disequilibrio che gli causa malattie. Mi chiedo dove gli uomini andranno a finire…”. Alquanto strani i protagonisti di questo dialogo. Dal colloquio fra i due sembra che essi vivano a contatto con noi, gli umani, ma noi non riusciamo più ad avere dei contatti diretti con loro. Già. Inoltre, sembra che siano le nostre cattive abitudini di vita che ci impediscono ad interagire con loro. Da quello che dicono, oltretutto, sembra che siamo proprio in una brutta strada. Condizione di disequilibrio, disarmonia a tutti i livelli: nei rapporti con l’esterno, data la situazione di conflitto e di guerra presente nella maggior parte del mondo, e a livello “interno”, biologico, nell’organismo di ogni essere umano, dati i frequenti malesseri e le patologie che affliggono l’uomo.

Ma chi è Nikola Tesla? E chi sono gli interlocutori di questo dialogo?

Una domanda alla volta.
Un genio dimenticato in Italia: Nikola Tesla

“La scienza non è nient’altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’ umanità”. Nikola Tesla

“Il progressivo sviluppo dell’uomo dipende dalle invenzioni. Esse sono il risultato più importante delle facoltà creative del cervello umano. Lo scopo ultimo di queste facoltà è il dominio completo della mente sul mondo materiale, il conseguimento della possibilità di incanalare le forze della natura così da soddisfare le esigenze umane”.

Così Nikola Tesla apre il primo capitolo della propria autobiografia, un volumetto polveroso fuori catologo, comprato per pochi soldi in un negozio di libri usati situato oltreoceano.
Sì, sembra proprio che questo libro fosse un “fondo di magazzino”, riguardante qualcuno non così importante. Peccato che a questo “qualcuno non così importante” si debbano molte invenzioni che ognuno di noi usa nella vita quotidiana, perché proprio a questo signore quasi dimenticato si devono i rudimenti di molte scoperte, sviluppate da altri uomini di Scienza, quali la radio, o il radar. Nel migliore dei casi, il suo nome è connesso all’unità di misura dell’induzione elettromagnetica, cioè dei campi elettromagnetici generati dalle antenne per le trasmissioni radiotelesive e da quelle per le comunicazioni via cellulare. Vogliamo almeno per poco, gettare il fascio dei riflettori su questo scienziato ingiustamente dimenticato, poiché ciò che noi vogliamo sottolineare è che il suo operato è sempre stato, per usare parole sue, “al servizio della specie umana”, non interessato al successo personale.

Nikola Tesla nacque nella notte fra il 9 e il 10 Luglio 1856 a Smilijan. Il padre, Milutin Tesla di origine serba, era un ministro del culto ortodosso. Sua madre, Duka Mandic, abile ricamatrice, era una donna non istruita (non era andata a scuola per accudire i propri fratelli e le proprie sorelle dopo la malattia che aveva reso cieca la madre), ma era dotata di memoria prodigiosa. Tesla ha sempre ricordato che la propria madre citava interi testi della Bibbia e di poesia e affermava di avere ereditato da lei molte delle proprie abilità, non solo una memoria fotografica ma anche altre facoltà intellettive come una notevole inventiva e industriosità. Ella infatti ricavava dalle fibre vegetali delle piante da lei coltivate il filo utilizzato nei lavori di ricamo e di cucito.

Dopo aver terminato gli studi di fisica e matematica al Politecnico di Graz, Austria (contemporaneamente aveva iniziato a studiare filosofia all’Università di Praga), studiando 19 ore al giorno e dormendo solo due, il nostro dimenticato scienziato provò sempre di più strani fenomeni, risalenti all’infanzia.
Nel buio poteva sentire l’esistenza di oggetti “come un pipistrello”. Non solo.
E’ vero che fin dall’infanzia VEDEVA LAMPI DI LUCE CHE INTERFERIVANO LA SUA VISIONE DEGLI OGGETTI REALI, ma in quel momento all’età di venticinque anni, l’intensità di tali lampi di luce non solo era aumentata, ma addirittura questi lampi lo circondavano costantemente.
La sua reazione a tali fenomeni consistette nel fatto che un semplice concetto, espresso verbalmente, si delineava nella sua mente come un’immagine che egli vedeva e sentiva come se fosse reale. Ma Tesla non era nuovo a queste esperienze. Tesla stesso, nella sua autobiografia, dichiara che nell’età adolescenziale, quando era solo di notte, viaggiava in mondi sconosciuti e lontani, dove intraprendeva nuovi studi e intraprendeva delle conversazioni con individui che gli parevano reali come il mondo esterno . Egli stesso esclude che tali fenomeni siano state delle semplici allucinazioni . Già all’età di diciassette anni, in seguito a questi fenomeni, eglì scoprì di poter creare delle invenzioni nell’intimo della propria sfera psicologica, della propria mente, avendo l’immagine davanti a sé dell’invenzione compiuta, riuscendo a definire le eventuali modifiche che era necessario apportare senza ricorrere a disegni, progetti, modelli o esperimenti compiuti nel mondo esterno. Con nostro stupore, questo è sempre stato il metodo di lavoro di Tesla. Non sembra poi così audace sostenere che lo Scienziato Croato sia venuto a contatto con altri mondi e altre dimensioni. Molti anni dopo, nel 1899, nel suo laboratorio a Colorado Springs, il suo trasmettitore ricevette un segnale che si ripeté continuamente.

Egli affermò di aver ricevuto un messaggio dallo spazio. Fu ridicolizzato per questa sua scoperta. Egli comunque, fu il primo uomo a scoprire le onde radio dallo spazio. In un’altra fonte da noi usata per questo lavoro si afferma che Nikola Tesla lavorò con la tecnologia relativa al viaggio nel tempo. Si crede che le sue conoscenze provengano da entità di altri mondi. In ogni caso, è proprio in questo periodo in cui Nikola Tesla affronta queste singolari esperienze, che egli inizia ad avere brillanti idee nel campo della fisica e inizia a dedicarsi anima e corpo al principio della corrente alternata. Nel 1881, mentre lavora come disegnatore e progettista all’Engineering Department del Central Telegraph Office, inizia ad elaborare il concetto della rotazione del campo magnetico che rese la la corrente alternata, quale è tutt’oggi, uno strumento indispensabile per la fornitura di corrente elettrica. L’anno successivo, il nostro scienziato, sempre più interessato al principio della corrente alternata, si trasferisce a Parigi, essendo stato assunto dalla Continental Edison Company. Nel 1883 egli dà vita al primo motore a induzione di corrente alternata, in pratica, un generatore di corrente alternata.
Durante la creazione del motore a corrente alternata, Tesla seguiva un metodo di lavoro diverso dagli altri Uomini di Scienza suoi contemporanei, dando prova delle sue straordinarie facoltà intellettive.
Non era necessario per lui ricorrere a progetti, modelli o a diversi esperimenti pratici per raggiungere l’ottimale funzionamento della sua invenzione. Nella sua mente egli aveva ben chiaro il progetto del motore a corrente alternata. Laddove era necessario apportare delle modifiche a singole parti, queste operazioni erano attuate solo nell’ambito della viva immagine che lo scienziato aveva della sua scoperta. Solo quando egli riteneva che il suo congegno fosse a uno stato ottimale di progettazione, egli dava incarico ai suoi collaboratori di procedere alla costruzione, dando loro per filo e per segno le misure di ogni singolo pezzo che componeva il motore. E, una volta costruito, il motore a corrente alternata funzionava!

Nel 1884, il giovane Tesla, desideroso di far conoscere le proprie scoperte, si reca negli Stati Uniti, sempre per lavorare alla corte di Edison.

Tesla espose i concetti della sua scoperta relativa alla corrente alternata al grande Edison. Tuttavia, quest’ultimo era un fiero sostenitore della tecnologia relativa alla corrente diretta, e le idee espresse suscitate dal giovane scienziato croato non suscitarono alcun interesse. Tesla non si perse d’animo e continuò a lavorare duramente per Edison.
Anche se non troppo volentieri, accettò l’incarico datogli da Edison di provvedere alla modifica della progettazione della dinamo, cioè generatori, di corrente diretta. E vogliamo sottolineare che il suo appoggio alla produzione e distribuzione di corrente alternata non era motivato da fini egoistici di successo personale. La produzione e distribuzione di corrente alternata implicano costi minori (in particolare la distribuzione copre spazi più ampi) rispetto alla produzione e distribuzione di corrente diretta. Tesla era sì teso al vedere affermate le proprie scoperte e invenzioni, ma perché queste erano destinate a “far vivere meglio,” a contribuire al miglioramento delle condizioni dell’uomo. Purtroppo, in questo primo tempo, prevalsero l’uso e l’interesse relativo alla corrente diretta, non solo perché Edison aveva un forte sèguito nel mondo scientifico, ma anche perché i grandi magnati dell’epoca avevano fino a quel momento investito e finanziato nella tecnologia relativa la corrente diretta .

Non solo: a questo stadio, Tesla non solo vide respinte le proprie idee e innovazioni, ma dovette subire dalla una beffa dallo stesso Edison: per l’opera di modifica dei generatori di corrente diretta, a Tesla era stato promesso un compenso di 50,000 $. Una volta terminato il proprio compito, egli si vide rifiutato il proprio credito dallo stesso Edison con una battuta ironica di dubbio gusto.
Le nostri fonti sostengono infatti che Edison liquidò Tesla con la frase ” Tesla, voi non capite il nostro humour americano”, sostenendo in pratica che la ricompensa promessa fosse uno solo scherzo. Non sembra troppo difficile comprendere il motivo per cui il nostro Uomo di Scienza abbandonò la Edison Company. Nel frattempo, seguendo sempre il suo metodo, Tesla giunse ad un’altra delle sue brillanti scoperte, la bobina di Tesla, un trasformatore ad alta frequenza, che è uno strumento indispensabile per la trasmissione, e quindi la fornitura a case ed industrie, della corrente alternata. Nel maggio del 1885, il magnate Westinghouse acquistò i brevetti di Tesla relativi soprattutto, al motore a corrente alternata e alla bobina. Così da creare la Westinghouse Electric Company. In base ad un contratto stipulato fra Westinghouse, Tesla avrebbe ricevuto dei compensi altissimi, in particolare un milione di dollari per i brevetti e le royalties. Tuttavia se Westinghouse avesse poi pagato tali somme, la Westinghouse Electric Company avrebbe dovuto sopportare dei costi troppo alti e si sarebbe trovata in difficoltà sul mercato rispetto alle concorrenti aziende. Tesla si recò da Westingouse affermando: “I benefici che deriveranno alla società dal mio sistema di corrente alternata polifase è per me più importante dei soldi che entreranno nelle mie tasche. Mr. Westinghouse, voi salverete la vostra azienda così potrete sviluppare le mie invenzioni. Qui c’è il vostro contratto e qui c’è il mio, li strappo a pezzetti e non avrete più problemi con le mie royalties”.

Non c’è dubbio che Tesla sia stato un uomo coerente con sé stesso: egli ha sempre affermato che lo scopo della scienza era il miglioramento delle condizioni dell’umanità.

E questo episodio mostra quanto egli ritenesse che lo sviluppo, lo sviluppo delle condizioni materiali (e psicologiche) dell’Uomo fosse l’obiettivo che l’Uomo di Scienza doveva a tutti i costi raggiungere, anche a costo di sacrificare il proprio vantaggio personale. Grazie al suo gesto Westinghouse potè rimanere nel business e diventare ricco. Tesla al contrario, no. Egli ha preferito che altri diventassero ricchi, raggiungessero quindi il successo economico e che tutta l’umanità, quindi godesse dei vantaggi delle sue invenzioni. Schivo dal successo personale ed egoistico, egli era felice di trasmettere il proprio successo agli altri. Tesla forse, è stato uno dei primi che ha capito che cosa volesse dire la parola “Successo”. Ognuno di noi è teso verso il futuro, al successo personale, limitato e chiuso. Tesla al contrario, comprese che il successo non era solo questo ma era di più: la condivisione e il trasferimento dei propri risultati e conquiste agli altri, al mondo esterno. Circa gli scopi che l’Uomo di Scienza deve conseguire, disse:

“L’Uomo di Scienza non mira ad un risultato immediato. Egli non si apetta che idee avanzate siano immediatamente accettate. (…) Il suo dovere è fissare i principi fondamentali per quelli destinati a venire dopo e indicare la strada”.

E questo è accaduto spesso nella vita di Tesla, perché egli ha aperto la strada, nella creazione di importanti innovazioni, a Uomini di Scienza divenuti più rinomati di lui. Vediamo questo come è potuto accadere. Tesla sosteneva l’esistenza in natura, di campi energetici, di “energia gratuita” cui diede il nome di etere. E attraverso l’etere, si potevano trasmettere, ad esempio, altre forme di energia. La convinzione dell’esistenza nell’Universo di un’energia inesauribile e potentissima sorse in lui nell’età infantile, quando giocando a palle di neve con gli altri ragazzini, aveva assistito ad una slavina. Egli era convinto che quella frana sia stata provocata da una semplice palla di neve e che era bastato un piccolo urto per avere il fenomeno della slavina, con le sue conseguenze. Egli dedusse quindi che esisteva un’energia immagazzinata nel cosmo che, se opportunatamente sfruttata, poteva rendere possibile l’utilizzo della tecnologia umana. Nel maggio del 1899, si recò a Colorado Springs dove istallò un laboratorio. Egli riteneva possibile, infatti grazie a questo “pozzo di energia inesauribile”, l’etere, trasmettere energia elettrica a località lontane senza la necessità di ricorrere ai fili di conduzione elettrica, e quindi agli elettrodotti.

In particolare, scoprì che la Terra, o meglio la crosta terrestre, era un ottimo conduttore di energia elettrica, dal momento che un fulmine che colpisce il suolo, crea delle onde di energia che si muovono da un lato della terra all’altro.
Egli istallò nel proprio laboratorio un’enorme bobina che aveva lo scopo di mandare impulsi elettrici nel sottosuolo, così da permettere il trasferimento di energia elettrica a lampadine poste a una notevole distanza.
Secondo le fonti usate nel nostro lavoro, non esistono prove effettive che Tesla sia riuscito a trasmettere energia elettrica a lunga distanza. Sta di fatto che egli successivamente, cambiò approccio per realizzare la trasmissione di corrente elettrica senza fili.
L’interno del laboratorio a Pikes Peak, Colorado. 
I lampi che si vedono sono creati dalla bobina.
Egli sosteneva che la zona dell’atmosfera terrestre posta a 80 Km dal suolo, detta ionosfera, era fortemente conduttrice, e quindi poteva essere sfruttata per trasportare energia elettrica verso lunghe distanze. Ma era necessario risolvere il problema di come inviare segnali elettrici ad una tale altitudine. Ritornando a New York, Tesla scrisse un articolo di respiro futuristico sul Century Magazine, affermando la possibilità di catturare l’energia sprigionata dal sole e proponendo un “sistema mondiale di comunicazione” utile per comunicare telefonicamente, trasmettere notizie, musica, andamento dei titoli azionari, informazioni di carattere militare o privato senza la necessità, ancora una volta, di ricorrere ai fili. L’articolo catturò l’attenzione di un altro magnate dell’epoca, J. P. Morgan che offrì un finanziamento di 150,000$, eisiguo per costruire tale stazione trasmittente. Tesla si mise subito al lavoro, procedendo alla costruzione di una torre altissima nelle scogliere di Wanderclyffe, Long Island, New York. La Wanderclyffe Tower non era altro che uno sviluppo delle idee maturate da Tesla a Colorado Springs. La torre consisteva in una struttura in legno ed era impiantata nel terreno grazie a dei “tubi” di ferro, conduttori di energia elettrica. Alla sua sommità si trovava una sfera di acciaio. Per quanto la Wanderclyffe Tower si fondasse sul principio della radio, lo scopo che primariamente Tesla voleva conseguire era la trasmissione di elettricità senza fili, obiettivo che il nostro scienziato non espose a Morgan. E questo fu un errore fatale. Il 12 Dicembre 1901 il mondo fu sconvolto da una notizia sensazionale: Guglielmo Marconi aveva trasmesso la lettera “S” oltreoceano, da una località in Cornovaglia tale informazione era stata trasmessa a Newfoundland, in America. Morgan, contrariato, rititirò l’appoggio finanziario a Tesla.

La Wardenclyffe Tower

Il magnate era adesso contrariato dall’idea di “energia gratuita”, quindi non possibile oggetto di transazioni commerciali . Ancora una volta gli interessi economici che i grandi finanziatori volevano perseguire frustravano l’obiettivo che lo scienziato croato voleva perseguire: l’evoluzione tecnologica e in ultima sostanza, il benessere dell’umanità.

Ciò che stava a cuore a Nikola Tesla era la serenità e la felicità dell’uomo intero.

Questo era l’obiettivo che Tesla era sempre realizzato a perseguire nel suo lavoro di scienziato vero: poco spazio occupavano nella sua mente il tornaconto e il vantaggio economico.
Ma questo suo ideale si è scontrato nella sua vita con il prevalere degli interessi finanziari ed ha pagato di prima persona questa sua attitudine, poiché se non avesse rinunciato al contratto concluso con Westinghouse, egli avrebbe potuto dare seguito concreto alle proprie scoperte, come la Wardenclyffe Tower, impedendo che altri al suo posto raggiungessero il successo personale, anche economico. Egli era veramente un uomo di Scienza disinteressato, poiché la sua mente era impegnata solo nel processo di innovazione scientifica, mente era del tutto disinteressato alla produzione delle sue scoperte.
Questo lo lasciava indifferente, preferiva lasciarlo agli altri. Una fonte usata nel nostro lavoro sostiene che Tesla in un qualche momento della sua vita aprì il proprio laboratorio a Marconi, fornendogli delle notizie utili, che sono state sviluppate e attuate dallo scienziato italiano(19). Alla notizia della trasmissione del segnale da parte di Marconi, reagì affermando che lo scienziato italiano aveva utilizzato 17 dei suoi brevetti. Sì, Nikola Tesla è stato coerente con la propria idea di Uomo di Scienza: “Il suo dovere è fissare i principi fondamentali per quelli destinati a venire dopo e indicare la strada”. Non sembra azzardato affermare che fu Tesla comunque, che per primo lavorò con le onde elettromagnetiche radio. Del resto esistono dei brevetti, patents, che provano ciò. (U.S. patents #645,76 e #649,621).

E proprio fondandosi su questi brevetti che il nostro Uomo di Scienza ricorse in giudizio per tutelare i propri diritti. Sfortunatamente, una prima sentenza del 1915 non gli riconobbe tali diritti. Solo nel giugno del 1943, cinque mesi dopo la sua morte, la Corte Suprema degli Stati Uniti in una sua decisione, (caso 369, 21 Giugno 1943) riconobbe che Tesla aveva per primo inventato la radio. Tutt’oggi, si riconosce ancora a Marconi questa invenzione, perché questi per primo inviò un segnale oltreoceano. Ma se Marconi riuscì a conseguire tale successo, è grazie anche alle scoperte attuate precedentemente da Tesla. E non solo per quanto riguarda la radio. Abbiamo detto che Tesla diede il proprio contributo anche relativamente all’invenzione del radar. All’inizio della prima guerra mondiale, Tesla ipotizzava un congegno per individuare delle navi inviando segnali che consistevano in onde radio ad alta frequenza. Il concetto che sta dietro a questa idea sta a signicare un dispositivo particolare: il radar. Sarà proprio il Marchese Guglielmo Marconi a sviluppare questo concetto, attuando questa idea e ponendo, nella realtà dei fatti, le basi per la costruzione del radar.

Nel 1934 Marconi realizzò il collegamento radiotelegrafico fra l’Elettra (il suo laboratorio situato su un veicolo natante) ed il radiofaro di Sestri Levante, successivamente, nel 1935 compì esperienze di avvistamento sulla Via Aurelia. Ironia della sorte, Tesla nel suo percorso di vita, incontrò molte volte Guglielmo Marconi. Nel 1912, Tesla venne candidato al Premio Nobel per la Fisica. Egli lo rifiutò per non averlo ricevuto nel 1909, al posto di Marconi. Nel 1915, di nuovo, Tesla rifiutò il premio Nobel, venendo a conoscenza del fatto che avrebbe dovuto condividerlo con Edison. Entrambi non ricevettero tale onorificenza. Ancora una volta Tesla si mostra lontano e schivo dagli onori, dal successo personale, lasciando il conseguimento di tutto ciò agli altri. Lo scienziato croato sosteneva inoltre, di non stimare Edison uno scienziato in senso stretto dato il suo metodo di lavoro. Disse al riguardo: “Se Edison dovesse cercare un ago in un pagliaio, egli procederebbe con la meticolosità di un’ape ad esaminare pagliuzza per pagliuzza finchè non trova l’oggetto della sua ricerca”.

Sembra evidente che Tesla criticasse il ricorrere eccessivo di Edison a continui e dispendiosi tentativi, progetti, modelli, quand’egli, al contrario, faceva progetti e tentativi nell’ambito della sua mente.
Sembra plausibile ritenere che Tesla non volle condividere con Edison il Premio Nobel anche dato lo “scherzo” di dubbio gusto tiratogli proprio da Tom Edison anni prima. Ironia della sorte ancora, nel 1917 gli venne concessa, per il suo contributo al sapere scientifico, una onorificenza intitolata, guarda caso, a Edison, la Edison Medal, che egli accettò. Superata la mezza età, Tesla, nonostante le sue innovative scoperte, era a corto di soldi, spostandosi da un albergo a basso prezzo ad un altro, passando le giornate a nutrire piccioni e aspettando che qualche altro magnate, desideroso di diventare ricco a sue spese, finanziasse la realizzazione dei suoi progetti. Non ci sono notizie precise relative alla data precisa della sua morte. Si suppone che sia morto il 7 gennaio 1943, all’età di 86 anni. Tesla viveva solo, in una stanza d’albergo. Il suo corpo senza vita venne trovato il giorno dopo. Più di 2000 persone presenziarono il suo funerale a Manhattan. Così, questo vecchio, dopo una lunga esistenza dedicata all’evoluzione della scienza e del benessere dell’Umanità, morì solo, povero e quasi dimenticato. Solo pochi mesi dopo la sua morte la Corte Suprema Federale gli riconobbe la paternità della radio. Ancora una volta la sua vita è coerente con quanto egli scrisse o disse: ” Lasciamo che il futuro dica la Verità, e giudichiamo ciascuno secondo la propria opera e gli obiettivi”







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